Quantcast
Channel: MikiInThePinkLand
Viewing all 432 articles
Browse latest View live

Le Letture del Mese #13: Gennaio feat. LA is My Dream

$
0
0
Buonasera a tutti, con qualche giorno di ritardo nella tabella di marcia del blog, ecco le letture del mese di Gennaio, di cui sono particolarmente soddisfatta. Almeno nell'ambito libri, il 2014 è cominciato decisamente bene, considerando che invece per tutto il resto è una vera ciofeca!

Come da un paio di mesi a questa parte, il post è in collaborazione con Patty del blog LA is My Dream, potete trovare QUI le sue letture.

Dei sei libri che ho letto, cinque sono in formato eBook e uno in versione cartacea. Il 2013 è stato senza ombra di dubbio l'anno del mio amato Kindle e penso che questo amore continuerà nei secoli dei secoli.

Quindi, mettetevi comodi e cominciamo.

- La risposta è nelle stelle di Nocholas Sparks




TRAMA (da Amazon)

Le aveva scritto ancora una lettera, come ogni anno, e come ogni anno si era messo in viaggio per consegnarla nelle sue mani. Nel giorno più bello della loro vita. Una strada coperta di neve, un'auto che perde il controllo e va a sbattere. Alla guida il vecchio Ira, che ora è incastrato, ferito, intirizzito dal gelo, e così solo. Il dolore lo immobilizza e rimanere cosciente uno sforzo indicibile, almeno fino a quando davanti ai suoi occhi prende forma una figura, prima indistinta, poi dolcemente nitida: l'immagine dell'amatissima moglie Ruth. Che lo incalza, gli impone di resistere, lo tiene vivo raccontandogli le storie che li hanno uniti per pi di cinquant'anni: i momenti belli e quelli tristi, le passioni e i rimpianti, e sempre l'amore infinito. Lui sa che Ruth non può essere lì, ma si aggrappa ai ricordi, alle emozioni, alle parole di loro due insieme. Poco distante da quella strada, la vita di Sophia sta per cambiare per sempre. L'università, l'ex fidanzato traditore e violento, le feste e le amiche scompaiono nella notte di stelle in cui incontra Luke. Innamorarsi di lui inevitabile, immaginare un futuro diverso diventa un sogno possibile. Un sogno che solo Luke può rendere reale. Purché il segreto che nasconde non lo distrugga. Ira e Ruth. Sophia e Luke. Due coppie che apparentemente non hanno nulla in comune, divise dagli anni e dalle esperienze, ma che il destino far incontrare, nel più inaspettato ed emozionante dei modi. Ricordandoci che anche le decisioni più difficili possono essere l'inizio di un viaggio straordinario, perché i sentimenti e i segreti degli uomini percorrono strade impossibili. Che a volte si incrociano, secondo l'imponderabile disegno delle stelle.

Che mi piaccia Sparks non è un mistero, e che mi piacciano i film tratti dai suoi libri dovrebbe essere facilmente comprensibile, considerato il mio animo melenso, melodrammatico, piagnone ecc ecc. Quando ho saputo che avrebbero tratto un film da The Longest Ride e che la candidata al ruolo di Sophia fosse Kristin Kreuk, che amo alla follia, ho deciso di leggere il libro.
Inizialmente ero un po' perplessa. Non riuscivo a capire quale collegamento ci fosse tra le due storie, che sembrano scorrere su due binari paralleli ed in senso opposto. I ricordi di Ira, la parte più bella del libro, sembrano non avere nulla a che fare con Luke e Sophia, la cui storia d'amore viene raccontata in maniera molto semplice, senza nessun particolare dramma o colpo di scena. La figura di Ruthè quella che ho apprezzato maggiormente, ben delineata attraverso i ricordi e i racconti del marito, un personaggio a cui difficilmente non ci si affeziona, nonostante non sia fisicamente presente.
Man mano che la lettura procede, è semplicissimo immaginare come queste strade si incrocino e, a quel punto, non vedevo l'ora che accadesse, con un'ansia sempre crescente.
L'ho trovato un romanzo molto dolce, che parla di due tipi diversi di amore, entrambi reali, entrambi possibili, entrambi concretizzati in legami tenaci che riescono a far superare difficoltà apparentemente insormontabili.
Nonostante il finale sia davvero inverosimile, l'ho trovato perfetto.

VOTO: 3,5/5

- Le emozioni difettose di Laurie Halse Anderson



TRAMA (da Amazon)

Kate Malone frequenta l’ultimo anno di liceo ed è bravissima in chimica. Ha fatto domanda di ammissione all’università più importante del paese e, in attesa della lettera di risposta, corre a più non posso, di notte e di giorno. Corre per punirsi, per annullarsi, per non sentire l’ansia e la rabbia che le aggrovigliano le viscere e per fuggire da quel dolore che ha il nome di sua madre, morta molti anni prima. Quando però la casa dei vicini viene distrutta da un incendio, Kate è costretta a fermarsi per affrontare con coraggio se stessa e una realtà del tutto inaspettata

Il primo libro della Anderson che ho letto è stato "Le parole non dette", dopo aver visto il film. Sono rimasta impressionata dalla capacità dell'autrice di immedesimarsi in un'adolescente ferita, la stessa capacità che ho trovato in "Wintergirls".
Dopo aver letto la recensione di Monica, non vedevo l'ora di leggere anche questo romanzo che, a dir la verità, mi è piaciuto un po' meno degli altri due, probabilmente perché ci sono dei tratti di Kate così miei che non è stato piacevole vederli lì, nero su bianco. Tuttavia non si può non riconoscere la bravura dell'autrice nel raccontare un mondo complicato e delicato, di destreggiarsi in emozioni difettose che potrebbero esplodere da un momento all'altro. Mi è piaciuto molto il parallelismo con il mondo della chimica. In effetti, narrare le storie di così tanti ragazzi in una fase delicata della loro vita è come maneggiare reagenti instabili, spesso incompatibili. La reazione è inaspettata e spesso dannosa.

VOTO: 4/5

- Luna di miele a Parigi di Jojo Moyes



TRAMA (da Amazon)

Al centro di questo racconto due romantiche e tormentate storie d'amore quella di Sophie e Édouard Lefevre in Francia durante la Prima guerra mondiale e, circa un secolo dopo, quella di Liv Halston e suo marito David. "Luna di miele a Parigi" - uscito in Inghilterra solo in ebook - si svolge alcuni anni prima degli eventi narrati nel romanzo "La ragazza che hai lasciato," quando le due coppie si sono appena sposate. Sophie, una ragazza di provincia, si ritrova immersa nell'affascinante mondo della Belle époque parigina ma si rende conto ben presto che amare un artista apprezzato come Édouard implica qualche spiacevole complicazione. Circa un secolo più tardi anche Liv, travolta da una storia d'amore appassionante, scopre però che la sua luna di miele parigina non è la fuga romantica che aveva sperato...

Metti dieci minuti in stazione prima della partenza del treno, la voglia di leggere durante il viaggio di ritorno, una Giunti spuntata dal nulla proprio sul primo binario ed il gioco è fatto. In realtà stavo quasi per uscire a mani vuote: troppo poco tempo per scegliere e troppi libri che chiedevano asilo nella mia borsa. Poi improvvisamente ho scorto questo, piccolino, discreto, quasi timido in mezzo agli altri. Ho riconosciuto subito i tratti della copertina, che mi ha riportato alla mente un libro che avevo amato profondamente, "Io prima di te" e leggendo il nome della stessa autrice, non ho potuto fare a meno di comprarlo.
"Luna di miele a Parigi"è una sorta di prologo del prossimo romanzo della Moyes, "La ragazza che hai lasciato"(non andate a leggere la trama se volete leggere il prologo), in uscita a Marzo, e racconta la storia di due coppie, in due epoche diverse, in viaggio di nozze nella stessa città. In poche pagine l'autrice è riuscita a farmi percepire l'atmosfera parigina (come la immagino ovviamente, purtroppo ancora non ci sono mai stata) senza nemmeno inoltrarsi in passaggi eccessivamente descrittivi. Sophie e Liv, neospose, si rendono presto conto di come il matrimonio non sia tutto rose e fiori, nemmeno in quelli che dovrebbero essere i giorni più belli. Il lavoro dei loro mariti diventa presto un ostacolo insormontabile che fa presto dubitare entrambe del passo che hanno deciso di fare.

VOTO: 4/5

- Dopo di Koethi Zan



TRAMA (da Amazon)

Dopo la liberazione doveva essere tutto finito. Ma non è stato così. 
Sono passati dieci anni da quando Sarah è fuggita da quello scantinato, il teatro delle torture fisiche e psicologiche che Jack Derber le ha inferto per oltre mille giorni. Ma per Sarah non esiste ancora un «dopo»: vittima delle proprie fobie, vive rinchiusa nel suo appartamento di Manhattan. 
Fino a quando l’FBI non la informa che Jack Derber, accusato e imprigionato per rapimento, sta per essere rilasciato. Sarah non può consentirlo, perché lei sa. 
Sa che Derber non è soltanto un rapitore. È un assassino. Lo sa perché lei non era da sola, in quello scantinato. Con lei c’erano altre due ragazze, Christine e Tracy, e per i primi mesi di reclusione ce n’era stata anche una terza: Jennifer, la sua migliore amica. E Sarah sa, con certezza, che Jennifer è morta per mano di Derber. 
C’è una sola speranza, per tenere Derber in prigione: ritrovare il corpo di Jennifer. Per questo, Sarah deve trovare la forza di riallacciare i contatti con le altre sopravvissute, nonostante l’odio che loro provano per lei e nonostante i segreti che le dividono. Perché quel capitolo della loro vita non si è mai veramente chiuso. 
Perché quello che succede dopo è ancora più terribile. 

Dopo non parla della follia degli uomini, ma della forza delle donne decise a fare giustizia. 
E del coraggio di andare fino in fondo, mettendo in gioco tutto.


Nonostante sia un argomento che mi terrorizza, letteralmente, mi rendo conto di aver letto diversi libri che trattano il rapimento, come "Scomparsa" di Chevy Stevens e "3096 giorni" di Natascha Kampusch. "Dopo" si differenzia da questi in quanto la storia narrata è successiva alla fuga delle vittime, che improvvisamente si ritrovano di fronte alla concreta possibilità di vivere in un mondo in cui il loro carceriere è di nuovo in libertà.
Non voglio svelarvi troppo della trama, vi dico solo che ho trovato questo libro quasi intossicante. Non riuscivo a staccarmi dalle pagine per la voglia di sapere ciò che era successo in quello scantinato e quello che sarebbe successo a Sarah, Tracy e Christine. Ammetto di aver capito la conclusione un bel po' prima della fine del libro, ma leggerla è stato comunque un colpo di scena.

VOTO: 4/5

- Suddenly You di Lisa Kleypas



TRAMA (da Amazon)

She was unmarried, untouched and almost thirty, but novelist Amanda Briars wasn't about to greet her next birthday without making love to a man. When he appeared at her door, she believed he was her gift to herself, hired for one night of passion. Unforgettably handsome, irresistibly virile, he tempted her in ways she never thought possible...but something stopped him from completely fulfilling her dream.
Jack Delvin's determination to possess Amanda became greater when she discovered his true identity. But gently-bred Amanda craved respectability more than she admitted, while Jack, the cast-off son of a nobleman and London's most notorious businessman, refused to live by society's rules. Yet when fate conspired for them to marry, their worlds collided with a passionate force neither had expected...but both soon craved.

Volevo allenare un po' il mio inglese e per farlo ho scelto qualcosa di decisamente leggero. In questo senso la Kleypas è sempre una garanzia. Mi piace molto il suo modo di scrivere, soprattutto quando la storia è ambientata in un'epoca passata. Questo romanzo è poco più di un Harmony, scontato, godibile, con una gran quantità di scene sensuali, molto ben descritte devo dire, piacevole e adatto allo scopo per cui lo avevo scelto.

VOTO: 3/5

- Le parole sognate dai pesci di Davide Van de Sfroos



TRAMA (da Amazon)

La vita di un paese sulle rive di un lago, raccontata attraverso le storie dei suoi abitanti e le loro improbabili avventure che si trasformano in epopee intorno al tavolo dell'unico bar, tra sigarette e ricordi, parole e liquori, fantasmi e visioni di terre promesse. C'è chi ha cercato fortuna in America, chi ha combattuto guerre nascosto in una cantina, chi si è improvvisato rapinatore guardando una pistola "made in China", chi è finito in manicomio circondato da angeli coi camici bianchi, chi ha aspettato inutilmente l'arrivo di un meccanico che gli riparasse gli ingranaggi di un sogno inceppato...

La copertina è uno dei fattori determinanti nella scelta di un libro. Nel senso che copertine poco attraenti quasi mai mi spingono a prendere in mano un volume, in libreria. Sono consapevole del fatto che potrei perdermi qualcosa di molto bello, ma è più forte di me, sono attratta dalle belle copertine. Questo per dirvi che non mi sarei mai avvicinata al libro di Van de Sfroos se lo avessi intravisto sugli scaffali.
Per fortuna però, per mia grande fortuna, ne ha parlato Hermosa sul suo blog, facendomi venire una gran voglia di leggerlo.
Non sapevo che Van de Sfroos fosse anche uno scrittore. Lo avevo intravisto a Sanremo e mi era anche abbastanza piaciuto il ritmo della sua canzone, ma devo dire che con questo piccolo gioiellino mi ha davvero impressionata.
"Le parole sognate dai pesci"è una breve raccolta di storie che raccontano l'anima di un paesino sulle rive del lago di Como. Il tutto ha inizio da "Il meccanico che ripara i ricordi", il racconto a mio avviso più bello del libro, in cui Van de Sfroos affronta il tema del nostos e lo fa attraverso un personaggio meraviglioso, delineato perfettamente in poche righe. Attraverso le sue parole, l'autore cattura lo sguardo del lettore e lo fa spostare dal meccanico alla valigia, un vaso di Pandora che inaspettatamente riversa all'esterno cose, che sono come tante briciole che bisogna seguire e raccogliere, stringendole nel palmo come tante piccole pietre preziose. Ricordi perduti, vite segnate, tempi andati e che troppo facilmente ci si lascia scivolare via.
Ho adorato ogni piccolo frammento, in particolar modo "La luna e il ferro da stiro" e "Zorro e la lavagna". Vale la pena leggere il libro anche solo per il tema di Marinello!
Alla fine, l'unico che si era allontanato non era mai andato via e coloro che erano rimasti si erano quasi irrimediabilmente allontanati. Ma la valigia non si può disfare e per ritornare basta ricordare.

VOTO: 5/5

E voi cosa avete letto?

Alla prossima,



Trucco del giorno #83: una rondine FA primavera!

$
0
0
... per questo, non appena le giornate si allungano e si scaldano, non vedo l'ora di tirare fuori i miei vestitini leggeri, romantici e svolazzanti, in particolare questo, di Zara:


Tralasciamo il fatto che nelle ultime ore sono dovuta tornare al cappotto e a calze pesanti!

Indossare questo vestito è un'ottima occasione per utilizzare il giallo, colore che adoro, anche nel make up, cosa che non capita troppo spesso, soprattutto in inverno.

Domenica mattina, infatti ho utilizzato:

Per la base:

- MAC Studio Fix Fluid Foundation in NW20
- MAC Pro Longwear Concealer in NW15 per coprire le occhiaie e illuminare zigomi, fronte e mento
- MAC Select Moisturecover in NW35 per il contouring (scurire/scolpire, sotto gli zigomi, ai lati del naso all'attaccatura dei capelli)
- Cipria Elf Mineral Booster



Per le sopracciglia:
- Kiko Eyebrow Pencil n°02
- MAC Brow Set in Show-Off


Come base per il trucco occhi ho utilizzato:

- MAC Paint Pot in Bare Study su tutta la palpebra mobile
- Kiko Glossy Eye Pencil n°500 nell'angolo esterno e lungo la parte esterna di rima cigliare inferiore
- Montalto kajal bianco per illuminare l'arcata sopraccigliare e l'angolo interno dell'occhio.

Dalla Luxurious Eyeshadow palette di Kiko n°06, Cool Indigo Eccentricity, ho utilizzato il giallo su tutta la palpebra mobile e nella parte interna di rima cigliare inferiore.

Dalla palette Au Naturel di Sleek ho utilizzato Nubuck (tortora opaco) nella piega dell'occhio, Noir nell'angolo esterno e lungo la rima cigliare inferiore, Nougat (panna opaco) sotto l'arcata sopraccigliare e nell'angolo interno.
Da una palettina di H&M ho utilizzato un rosa chiaro freddo, leggermente satinato per sfumare nella piega.

- Kajal nero di Collistar nella rima interna

- Mascara Le Volume di Chanel
















Sulle guance il Soft Touch Blush di Kiko n°110 e sulle labbra  lo Shiny Pearl Lipstick n°190.











Ovviamente poteva andare tutto liscio? Ma assolutamente no! Infatti dopo aver scattato le foto, mi sono accorta che la luce strana di quel giorno mi ha fatta sembrare un Oompa-Loompa! Ma vabbè, questo è il risultato:






Cos'è per voi primavera?

Alla prossima,


March Most Played (Yes! I'm in the #TeamMostPlayed)

$
0
0
 Gli articoli o i video dei prodotti più usati del mese/periodo sono tra quelli che mi piace di più leggere/guardare, così, quando ho letto QUESTO post, ho deciso subito di entrare a far parte del team, anche alla luce del fatto che durante il mese di Marzo ho utilizzato con regolarità determinati prodotti di cui vi andrò a parlare nel post di oggi.

L'idea nasce nel lontano 2011 dalla testolina (con deliziosa chioma annessa) di Chiara/GoldenVi0let (QUI il suo canale YouTube) alla quale si sono poi unite, per una collaborazione regolare, Hornitorella e Giuneralia.
Ogni mese insomma è assicurata un'oretta di delizioso blabbing su una gran quantità di prodotti, che spesso allunga, e non di poco, le mie wishlist cosmetiche.
Un ottimo modo, a mio parere, per parlare/recensire cosmetici che ci hanno accompagnato con regolarità durante un periodo.

Detto ciò, vediamo quali sono stati i miei fidi compagni di Marzo:



I fondotinta più utilizzati sono due:



- Lily Lolo Mineral Foundation SPF15 in Barely Buff, che utilizzo da fine Gennaio e che mi sta piacendo moltissimo, molto di più rispetto all'Everyday Minerals. Ha una coprenza media, che aumenta decisamente se lo applico con una spugnetta. Ha un effetto opaco ma abbastanza luminoso, uniforma l'incarnato senza segnare troppo ed infilarsi in ogni poro/ruga/craterepostbrufolo. Trovo che sia un ottimo fondotinta da tutti i giorni, con una buona durata ed un buon controllo dell'oleosità (dopo quattro/cinque ore una spolverata di cipria è cosa buona e giusta).

- MAC Studio Fix Fluid in NW20, che utilizzo la domenica o quando voglio qualcosa di più coprente ed un risultato decisamente più bello. Amo alla follia questo fondotinta, probabilmente allo stesso modo in cui ho amato ormai nove anni or sono il Double Wear di Estée Lauder. Ne basta pochissimo, ha una coprenza alta, si asciuga fondendosi perfettamente con l'incarnato ottenendo un effetto naturalissimo. Una volta steso non si ha per niente l'esigenza di applicare una cipria, infatti spesso lo faccio solo dopo diverse ore. Inizialmente pensavo che favorisse il peggioramento delle condizioni della mia pelle, ma, dopo un utilizzo prolungato, non credo che le due cose siano collegate o almeno non credo che il fondotinta sia determinante.

La cipria più utilizzata è la ELF Mineral Booster che ha come PAO 6 mesi e che io possiedo da due anni!



Ci sono periodi in cui la amo e periodi in cui la odio. Ultimamente mi sta ri-piacendo molto. E' leggera, luminosa e uniforma bene l'incarnato. Non ha praticamente alcuna efficacia contro la lucidità, infatti io la uso solo quando so che non devo stare troppo tempo fuori casa. E' ottima per chi ha la pelle secca o matura (quando la uso su mia madre l'effetto è sempre molto bello).

Da quando sto utilizzando regolarmente il contorno occhi della Kosmetika, le mie occhiaie sono visibilmente migliorate ed io vorrei urlare al miracolo! Per questo sto cercando di smaltire correttori che, da soli, non mi hanno mai soddisfatta appieno.



 Uno di questi è il FIT ME di Maybelline nella tonalità n°10, che vado poi a fissare con un altro prodotto che non mi è mai piaciuto, l'ELF Eye Brightener in Buff (post Haul QUI), che mi ha sempre sottolineato le rughette del contorno occhi, invecchiandolo istantaneamente di 10 anni! Sempre per la citata crema, la zona perioculare adesso appare liscia e distesa, le rughette sono appena accennate e lo sguardo è sempre fresco, tanto da poter utilizzare questo prodotto, in piccolissime dosi, senza l'odioso effetto.

Per le sopracciglia ormai non posso più fare a meno del mio amato Brow Set di MAC in Show-Off, un mascara colorato che pettina, riempie, definisce e fissa le sopracciglia egregiamente per tutto il giorno. Potete vederlo in azione in tutti i post Trucco del giorno.



Il blush più usato è il Kiko Soft Touch Blush n°110, Rosa Acceso, ma devo menzionare anche il Blusher n°14, Pink Dahlia, di H&M, che ho usato tantissimo da quando l'ho comprato (il 23 Marzo).



Come base per ombretto sto usando/amando moltissimo la Too Faced Shadow Insurance, che mi permette di fare aderire meglio il colore sulla palpebra - secca e sottile - senza inficiare la durata del trucco, anzi, mantenendo i colori vividi fino a fine giornata.



Gli ombretti più utilizzati sono in realtà due palette:



- The Body Shop Shimmer Cubes, che vi recensirò a breve;

- Urban Decay Naked Basics, che ormai non posso fare a meno di utilizzare in ogni trucco.

Il Kajal di Collistar n°101è l'ennesimo che porto a termine, anche lui lo avete visto spesso in azione sul blog:



Sto cercando di smaltire un po' di mascara aperti e in via di estinzione, ma l'amore che è nato per Le Volume di Chanel è incommensurabile!
Ve ne ho data una piccola dimostrazione su Facebook.



Passiamo ai prodotti labbra, ormai una vera e propria fissa. I tre più usati del mese sono:



- Heroine di MAC

- Kiko Luscious Cream-Creamy Lipstick n°514, Magenta

- Urban Decay Super-Saturated High Gloss Lip Color in Glinda, che potete vedere in QUESTO trucco.

E con questo è tutto.

E voi? Quali sono i vostri Most Played del mese?

Alla prossima,





Primo ordine #EcoBelli: #Khadi, #Avril, #SkinBlossom, con prime impressioni.

$
0
0
Quando un'amica ti propone un ordine cumulativo, con conseguente divisione delle tanto odiate spese di spedizione, l'unica cosa che puoi fare è accettare. E' proprio una delle regole fondamentali alla base di una buona e duratura amicizia. Inoltre, nonostante avessi praticato molto spesso su www.ecobelli.com uno dei miei sport preferiti, riempire e svuotare carrelli virtuali, non mi ero mai decisa ad inoltrare un ordine.

Detto, fatto! Il 20 abbiamo effettuato il pagamento e la mattina del 25 il pacchetto era nelle mie mani:


In attesa del Clarisonic, ordinato lo stesso giorno ma arrivato il giorno prima, ho voluto prendere un gel detergente per il viso, e la mia scelta è ricaduta sul Gentle Face Wash di Skin Blossom:

DESCRIZIONE (dal sito):

Detergente viso particolarmente delicato e indicato anche per le pelli più sensibili. Grazie agli estratti di Aloe e di noce di Cocco svolge un'azione emolliente e riparatrice mentre la presenza di Tè Verde e Vitamina E assicurano un notevole apporto di sostanze antiossidanti utili per combattere l'invecchiamento cutaneo provocato dai radicali liberi. Delicatamente profumato con olio di Geranio e Ylang Ylang.
98,8% di ingredienti di origine naturale
74% di ingredienti da agricoltura biologica
Il detergente viso Skin Blossom è certificato dalla Soil Association e dalla Vegan Society.
 
Consigli d'uso:
Applicare una piccola quantità di prodotto sulla pelle bagnata di viso e collo e risciacquare. 
 
INCI:
Aqua, Cocamidopropyl Betaine, Sodium Coco-Sulfate, Decyl Glucoside, Lauryl Glucoside, Stearyl Citrate, Coco-Glucoside, Dehydroacetic Acid, Benzyl Alcohol, Sucrose Laurate, Alcohol, Glycerin*, Sodium Chloride, Aloe Barbadensis (Aloe Vera) Leaf Juice Powder*, Cocos Nucifera (Noce di Cocco) Fruit Extract*, Camellia Sinensis (Tè Verde) Leaf Extract*, Sodium Benzoate, Prunus Amygdalus Dulcis Oil*, Tocopherol (Vitamina E),Citric Acid, Potassium Sorbate, Perlargonium Graveolens Flower Oil*, Cananga Odorata (Ylang Ylang) Flower Oil*.

*Certificati da agricoltura biologica

Soil Association Vegan Society
IMPRESSIONI: E' un gel molto morbido, dal profumo delicato, fa un leggera schiuma ed è buono da utilizzare con il Clarisonic. Purtroppo mi sembra che mi secchi un po' la pelle e per questo motivo ne ho sospeso l'utilizzo per verificare che sia lui o altro.

La ricerca del tonico perfetto continua e Avril è un marchio di cui sto leggendo diverse opinioni positive, inoltre ha prezzi contenuti e formati conveniente.
Ho scelto la Lozione con Acqua di Fiori d'Arancio Bio.

DESCRIZIONE (dal sito):

Se desiderate una pulizia del viso naturale ed energizzante, questo tonico viso è il prodotto per voi grazie al cocktail di acque floreali e di principi attivi bio! 
Contiene acqua di fiori d'Arancio, Hamamelis, Camomilla e Fiordaliso per un'azione tonificante, astringente, calmante e decongestionante. 

Prodotto certificato Ecocert
99,19% di ingredienti di origine naturale
25,16% di ingredienti da agricoltura biologica

Consigli d'uso:
Applicare delicatamente sulle pelle del viso, aiutandosi con un batuffolo di cotone.
 
INCI:
Aqua (water), citrus aurantium amara (bitter orange) flower water*, spiraea ulmaria flower extract*, hamamelis virginiana (witch hazel) flower water*, anthemis nobilis flower water*, centaurea cyanus (cornflower) flower water*, decyl glucoside, glycerin, prunus amygdalus dulcis (sweet almond) oil*, lilium hybrid flower extract, lilium candidum flower extract*, citric acid, parfum (fragrance), benzyl alcohol, dehydroacetic acid, potassium sorbate, sodium benzoate, limonene, linalool.

* Da agricoltura biologica

ecocert

IMPRESSIONI: Non so. Una settimana è davvero poco per esprimere un'opinione e in questo caso è poco anche per una prima impressione, perché ancora non so se questo prodotto mi piace. Ha un buon profumo ma ho come l'impressione che mi lasci il viso un po' appiccicoso, con la netta sensazione di doverlo risciacquare. Continuerò ad usarlo e vi farò sapere.

Su EcoBelli vi è una discreta selezione di oli Khadi in formato sample, dal costo irrisorio. Non avevo ancora provato nulla di questa marca e leggendo le descrizioni mi avrei presi praticamente tutti, alla fine ne ho scelti quattro:

- Olio Anticellulite alle 10 erbe.

DESCRIZIONE (dal sito):
L'Olio Anticellulite alle 10 Erbe di Khadi è stato formulato specificatamente per stimolare il metabolismo locale, per dissolvere il grasso ed eliminare le scorie accumulate.
Il calore generato dall'azione combinata delle erbe farà aumentare la circolazione nelle zone da trattare e riattiverà il sistema linfatico per un corretto drenaggio e contrastando la ritenzione idrica.
Questo prodotto è completamente naturale e certificato BDIH.

Ingredienti attivi:
  • Olio di Senape bruna per aiutare ad eliminare le tossine.
  • Olio di Sesamo per mantenere la pelle morbida ed elastica.
  • Nagarmotha  per attivare il metabolismo cellulare e favorire dissoluzione del grasso.
  • Vacha per stimolare il sistema nervoso.
  • Trikatu (miscela di Pepe nero, Pepe lungo e Zenzero) per favorire la sudorazione e quindi l'espulsione di grasso e tossine dai pori.
  • Manjistha per aiutare a regolare il sistema linfatico.
  • Olio di chiodi di Garofano per stimolare la microcircolazione.
  • Estratti di Zafferano per tonificare.
 
Consigli d'uso:
Massaggiare 2 volte al giorno l'olio anticellulite, con movimenti circolari, sulle zone da trattare fino a completo assorbimento (usare un quantità che permetta un massaggio di almeno 1 minuto).
Puoi far seguire al massaggio con l'olio anticellulite un bagno caldo o una corsa (o passeggiata veloce) per aiutare il metabolismo e intensificarne l'azione.
 
INCI:
Brassica Juncea (Olio di Senape), Sesamum Indicum (Olio di Sesamo), Cyperus Scariosus (Nagarmotha),  Acorus Calamus (Vacha), Piper Nigrum, Zingiber Officinalis, Citrus Medica Limonum Peel Oil, Piper Longum, Curcuma Longa,  Cinnamomum Cassia Extract, Carum Copticum, Crocus Sativus, Eugenio Caryophyllus, Rubia Cordifolia (Manjistha), Citrus Aurantium Dulcis Peel Oil, Rosmarinus Officinalis Oil, Pogostemon Cablin.

BDIH 

IMPRESSIONI: Ho cominciato ad applicarlo dopo la doccia, sulla pelle umida e poi, leggendo bene, mi sono accorta di poterlo applicare prima dell'attività fisica per potenziarne l'azione. Subito dopo la pelle appare davvero liscia e compatta e si ha una lieve sensazione di calore. Non credo nei miracoli, ma negli aiuti sì e quest'olio potrei davvero ricomprarlo in full size una volta terminato.

- Mini Olio Viso-Corpo al Loto Rosa

DESCRIZIONE (dal sito):
Olio leggero dalle virtù aromaterapiche formulato seguendo le indicazioni tradizionali dell'Ayurveda e particolarmente indicato per  le pelli miste o con imperfezioni.
Usato tutti i giorni dopo la doccia mantiene la pelle morbida e idratata e aiuta ad equilibrare la secrezione sebacea e a contrastare la formazione di brufoli e punti neri.
Le fragranze contenute nell'olio al Loto rosa svolgono un'azione afrodisiaca, anti-depressiva e rilassante.
 
L'olio al Loto Rosa di Khadi contiene:
Loto rosa per l'azione equilibrante e rinfrescante
Brahmi per aiutare a guarire eventuali lesioni e per l'azione antinfiammatoria
Corteccia del Baniano - albero sacro e simbolo nazionale dell'India - per l'azione astringente ed equilibrante
Manjistha per purificare la pelle e migliorare il microcircolo
Neem per purificare e prevenire le infezioni della pelle
Lavanda per l'azione calmante sia sulla pelle sia sull'umore
Devadaru (Cedro dell'Himalaya) per l'azione antisettica e per allentare le tensioni
Ylang ylang per l'azione equilibrante e dall'aroma afrodisiaco e anti-depressivo
 
Prodotto 100% naturale, non contiene conservanti, coloranti e derivati del petrolio. Certificato BDIH.
 
Consigli d'uso:
Per il viso. Coprire il viso per qualche minuto con un asciugamano bagnato con acqua calda. Strofinare una piccola quantità di olio tra i palmi delle mani e massaggiare la pelle del viso e del collo fino ad assorbimento. Per un trattamento completo spruzzare sul viso un'acqua floreale.
Per il corpo. Dopo il bagno o la doccia, strofinare una piccola quantità di olio tra i palmi delle mani e massaggiare la pelle (umida) del corpo fino ad assorbimento. 
 
INCI:
Oryza sativa oil (Olio di Riso), Sesamum indicum oil (Olio di Sesamo)*, Helianthus annuus oil (Olio di Girasole)*, Nelumbo nucifera (Fior di Loto)*, Rubia cordifolia*, Centella asiatica*, Ficus benghalensis (Banyan), Lavandula angustifolia*, Tocopheryl acetate (Vitamina E), Cananga odorata (Ylang Ylang)*, Mimosa pudica*, Cedrus deodara, Azadirachta indica (Neem)*, Daucus sativa (Carota), Geraniol**, Farnesol**, Limonene**, Linalool**, Benzyl Alcohol, Eugenol**, Benzyl Salicylate**, Benzyl Benzoate**, Cumarina**.
 
Da agricoltura biologica
** Componenti naturali degli oli essenziali

 
BDIH 

IMPRESSIONI: ho utilizzato quest'olio solo sul viso, due volte e alla sera. Si assorbe molto facilmente e non lascia la pelle unta. Al mattino il viso era asciutto ma idratato e la pelle più compatta. Sono curiosa di vederne gli effetti sul lungo periodo. Quanto all'effetto afrodisiaco... non ho notato alcuna euforia particolare.

- Mini Olio Viso-Corpo al Giglio Bianco

DESCRIZIONE (dal sito):
Olio ayurvedico dalle virtù aromaterapiche particolarmente indicato per le pelli secche e/o mature. 
Usato tutti i giorni dopo la doccia mantiene la pelle tonica, idratata ed elastica e ne contrasta l'invecchiamento.
Le fragranze contenute nell'olio al Giglio bianco aiutano a riequilibrare l'umore donando serenità e svolgono un'azione stimolante e afrodisiaca.
 
L'olio al Giglio bianco di Khadi contiene:
Giglio bianco per le proprietà astringenti e antinfiammatorie
Sarparilla per lenire le irritazioni e migliorare l'incarnato
Liquirizia per l'azione idratante e rassodante
Amla per prevenire le rughe e illuminare l'incarnato spento
Patchouli per le proprietà rigeneranti e stimolanti
Mirra per migliorare il microcircolo
 
Prodotto 100% naturale, non contiene conservanti, coloranti e derivati del petrolio. Certificato BDIH.
 
Consigli d'uso:
Per il viso. Coprire il viso per qualche minuto con un asciugamano bagnato con acqua calda. Strofinare una piccola quantità di olio tra i palmi delle mani e massaggiare la pelle del viso e del collo fino ad assorbimento. Per un trattamento completo spruzzare sul viso un'acqua floreale.
Per il corpo. Dopo il bagno o la doccia, strofinare una piccola quantità di olio tra i palmi delle mani e massaggiare la pelle (umida) del corpo fino ad assorbimento. 
 
INCI:
Oryza sativa oil (Olio di Riso), Sesamum indicum oil (Olio di Sesamo)*, Helianthus annuus oil (Olio di Girasole)*, Lilium polyphyllum (Giglio), Hemidesmus indicus (Sarsaparilla)*, Glycyrrhiza glabra (Liquirizia), Convolvulus alsinoides*, Emblica officinalis (Amla)*, Pogostemon cablin (Patchouli)*, Tocopheryl acetate (Vitamina E), Onosma hispidum*, Commiphora myrrha (Mirra), Linum usitatissimum (Lino), Foeniculum vulgare (Finocchio)*, Prunus dulcis (Mandorle), Triticum vulgare (Olio di germe di Grano), Daucus carota sativa (Carota), Limonene**.
 
Da agricoltura biologica
** Componenti naturali degli oli essenziali

BDIH 

- Mini Olio Viso-Corpo alla Rosa

DESCRIZIONE (dal sito):
Olio ayurvedico dalle virtù aromaterapiche adatto a tutti i tipi di pelle. Usato tutti i giorni dopo la doccia mantiene la pelle liscia, idratata ed elastica ma non unta.
Svolge un'azione schiarente e delicatamente esfoliante aiutando a migliorare l'aspetto di cicatrici e pigmentazioni e promuovendo la rigenerazione della pelle.
Le fragranze contenute nell'olio alla Rosa aiutano ad allentare le tensioni nervose e a riequilibrare l'umore e le emozioni donando sicurezza.
 
L'olio alla Rosa di Khadi contiene:
Sappan per migliorare l'incarnato e per l'azione delicatamente esfoliante
Manjistha per purificare la pelle e migliorare il microcircolo
Sandalo per l'azione schiarente e per prevenire le infezioni della pelle
Petali di Rosa e Zafferano per idratare e mantenere le pelle morbida
Palmarosa e Geranio per prevenire le rughe e per l'azione idratante
 
Prodotto 100% naturale, non contiene conservanti, coloranti e derivati del petrolio.
Certificato BDIH.
 
Consigli d'uso:
Per il viso. Coprire il viso per qualche minuto con un asciugamano bagnato con acqua calda. Strofinare una piccola quantità di olio tra i palmi delle mani e massaggiare la pelle del viso e del collo fino ad assorbimento. Per un trattamento completo spruzzare sul viso un'acqua floreale.
Per il corpo. Dopo il bagno o la doccia, strofinare una piccola quantità di olio tra i palmi delle mani e massaggiare la pelle (umida) del corpo fino ad assorbimento. 
 
INCI:
Oryza sativa oil (Olio di Riso), Sesamum indicum oil (Olio di Sesamo)*, Helianthus annuus oil (Olio di Girasole)*, Rosa damascena (Rosa)*, Cymbopogon khasians (Jamrosa)*, Rubia cordifolia*, Curcuma longa*, Curcuma aromatica, Caesalpinia sappan*, Tocopheryl acetate (Vitamina E), Cymbopogon martinii (Palmarosa)*, Pelargonium graveolens (Geranio), Pterocarpus santalinus, Linum usitatissimum (Lino), Prunus dulcis (Mandorla), Triticum vulgare (Olio di germe di Grano), Daucus carota sativa, Crocus sativus (Zafferano), Citral**, Citronellol**, Geraniol**, Farnesol**, Linalool**, Limonene**.

Da agricoltura biologica
** Componenti naturali degli oli essenziali  

BDIH 

Non ho ancora provato nessuno di questi ultimi due oli.

Nel pacco erano inclusi anche due graditissimi campioncini:



E, ovviamente, non vedo l'ora di provarli, soprattutto lo shampoo, anche se ho la sensazione che con la quantità contenuta io possa lavarmici giusto il ciuffo!

Avete mai ordinato da EcoBelli? O provato qualcosa tra queste?
Fatemi sapere se c'è un prodotto che vi interessa più degli altri.

Alla prossima,



Le letture del mese #15 feat. LA is my Dream

$
0
0
Buona domenica pomeriggio a tutti. Mentre in tv si susseguono le immagini di "Storia di una ladra di libri", prima che io apra le dighe, vi racconto un po' le letture che mi hanno tenuto compagnia durante il mese di Marzo.
Come sempre, il post è in collaborazione con Patty di LA is my dream, e potete leggere il suo QUI.

Nonostante io abbia iniziato quasi una decina di libri lo scorso mese, solo due sono quelli che sono riuscita a finire, un po' per mancanza di tempo ma anche, in realtà, per mancanza di voglia. Spero proprio che Aprile mi coinvolga un po' di più da questo punto di vista.

Il primo libro che ho letto è stato un errore. In tutti i sensi. Una delle mie più grandi rovine è la newsletter di Amazon, che ogni giorno mi propone un'offerta. La cosa interessante però non è l'offerta in sé, ma i libri consigliati, che rimpinguano sempre le mie già infinite wishlist. Purtroppo, stavolta, invece di cliccare su "Inserisci nella lista dei desideri", per poi andarmi a leggere con calma la trama, ho cliccato su "Acquista con un click", spendendo ben SEIEURIENNOVANTACENTESIMI!!!

Potete immaginare la mia reazione:



Ora, dal mio punto di vista, tale cifra per un ebook è davvero ma davvero ASSAI! Potete ben capire che le mie aspettative non erano alte, DIPPIU! E, ovviamente, sono state disattese.

- La memoria incancellabile dei sogni di Emily Coin



TRAMA (da Amazon)

"È come se i sogni avessero una memoria migliore della nostra, trattengono tutti i dettagli che abbiamo dimenticato. Come quella macchia di vino sul divano di velluto verde, o come il lampo di luce negli occhi di Aidan quando facevamo l'amore." Quei dettagli, trascurabili o incredibilmente preziosi, sono tutto ciò che è rimasto a Madeleine dopo che Aidan se n'è andato, travolto da una valanga sul monte McKinley. A nulla è servito chiedergli di non partire, a nulla è servito quello strano presentimento che l'aveva messa in guardia. Eppure lui aveva promesso di tornare da lei, qualunque cosa fosse successa. Ora non resta che aggrapparsi ai ricordi, e cercare sostegno nell'affetto di J.C., migliore amico di Aidan e suo compagno nella scalata. Distrutto dal senso di colpa, J.C. si odia per non avere saputo salvare l'amico, e ancor di più perché ciò che prova per Madeleine non è semplice affetto. Ora che lei è rimasta sola, qual è la cosa giusta da fare? A complicare la situazione, un giorno un uomo bussa alla porta di Maddie, e le rivela cose che solo Aidan avrebbe potuto conoscere...

Ovviamente sono stata attratta dal titolo e dalla copertina. Anche la trama non è poi così male. Peccato che il libro è assolutamente insulso e mediocre. Ed è un peccato perché la storia, a mio parere, aveva un gran potenziale.
Aidan è uno scalatore, sciupafemmine incallito, che si accorge di non poter fare a meno di Maddie solo quando si ritrova faccia a faccia con la morte. Sposarla e avere un bellissimo bambino con lei non è abbastanza. Aidan non può fare a meno del brivido che gli dà un'imponente parete di roccia davanti a lui e cerca sempre sfide apparentemente impossibili. Non desiste nemmeno quando sua moglie lo supplica di non partire per la sua ultima spedizione, dalla quale non tornerà mai più.
Da questo punto il libro prosegue su due strade diverse e parallele. Da una parte c'è Maddie con i suoi ricordi ed il suo dolore. Dall'altra c'è la storia di Nicholas, vittima di un incidente stradale, avvenuto lo stesso giorno della valanga sul monte McKinley, valanga che lui rivive nitidamente nei suoi incubi, ogni notte, il momento in cui Aidan prende possesso della sua mente, stabilendo una connessione con lui, che, privo dei suoi ricordi, si ritrova sospeso quasi tra due mondi. In lui insomma Aidan trova un modo per ritornare dalla sua famiglia, per assicurarsi che stiano bene e che non si lascino sopraffare dal dolore.
Mi è piaciuto tantissimo leggere come Aidan e Maddie si sono conosciuti, come si sono innamorati, abbandonandosi ad una passione travolgente, finendo per farsi male e ritrovarsi per poi perdersi di nuovo. Ognuna di queste sensazioni viene vissuta appieno da Nick, che sente sempre di più la necessità di conoscere la donna che appare così nitidamente nella sua mente.
In tutto questo c'è una stonatura che ha reso l'intero libro davvero sgradevole: J.C, il migliore amico di Aidan, innamorato, ovviamente, di Maddie sin dall'inizio, che non perde tempo a fornirle una spalla su cui piangere, un torace su cui dormire ecc ecc ecc...
L'intreccio tra reale e surreale mi aveva colpita inizialmente, ma poi il tutto si è rivelato di una banalità assurda. Finale scontato e storia che, in generale, mi ha lasciato davvero poco.

VOTO: 2/5

- Allegiant di Veronica Roth



TRAMA (da Amazon):

La realtà che Tris ha sempre conosciuto ormai non esiste più, cancellata nel modo più violento possibile dalla terrificante scoperta che il “sistema per fazioni” era solo il frutto di un esperimento. Circondata solo da orrore e tradimento, la ragazza non si lascia sfuggire l’opportunità di esplorare il mondo esterno, desiderosa di lasciarsi indietro i ricordi dolorosi e di cominciare una nuova vita insieme a Tobias. Ma ciò che trova è ancora più inquietante di quello che ha lasciato. Verità ancora più esplosive marchieranno per sempre le persone che ama, e ancora una volta Tris dovrà affrontare la complessità della natura umana e scegliere tra l’amore e il sacrificio.

Decidere di leggere il volume conclusivo di una saga non è mai facile, soprattutto se la stessa ci era piaciuta molto, inoltre il tempo trascorso tra Insurgent ed Allegiant non ha aiutato affatto. Fortuna che in mio aiuto è venuta Monica (di BooksLand), che mi ha fatto un rapido riassunto, rinfrescandomi la memoria.
Nonostante ciò, dopo poche pagine ho dovuto fare una pausa, anche perché leggevo reazioni non troppo incoraggianti di chi lo aveva terminato. Poi però la curiosità ha preso il sopravvento e infatti, dopo una nottata, mi sono ritrovata così:


Ho amato questo capitolo conclusivo, quasi fino alla fine, momento in cui l'ho odiato. Nonostante ciò, è stato semplicemente perfetto.
Se in Divergent è Tris la protagonista, ed in Insurgent l'attenzione si sposta su Quattro, in Allegiant i riflettori sono puntati su entrambi e la storia va a scandagliare ogni più recondito angolo delle loro menti. Pensieri, paure, speranze e amore, grande protagonista della storia, in ogni sua forma.
Nulla è lasciato al caso, ad ogni azione segue una reazione precisa. Tutto procede con una precisione chirurgica, in un crescendo che fa salire la tensione alle stelle.
Se non avete letto questa trilogia, se vi piace il genere distopico, arricchito da una storia d'amore che non ha nulla di scontato e stucchevole, allora ve la consiglio calorosamente.

VOTO: 5/5

E voi cosa avete letto lo scorso mese? Avete qualche libro da consigliarmi?
Alla prossima,





Ritratto di Signora #31: le Principesse Disney

$
0
0
Buongiorno a tutti e buon primo lunedì del mese!



Avete presente un bambino alla vigilia di Natale? Fremente e impaziente di scartare i regali? Ecco, in questo momento mi sento proprio così: non vedo l'ora di farvi leggere il ritratto di questo mese, che, ovviamente, ho scritto io.

Quindi, ciancio alle bande e BUONA LETTURA!

In casa mia siamo sempre stati tecnologicamente arretrati, tanto che il primo videoregistratore è arrivato alla vigilia del debutto del lettore DVD. Ciò ha fatto in modo che mentre le mie amiche e compagne di scuola guardavano incantate le versioni animate della Disney, io mi “accontentavo” di leggere le fiabe che avevano come protagoniste dolci, disarmate e sospiranti fanciulle
Ricordo chiaramente come già allora la mia mente di bambina fosse più attratta e stimolata da protagoniste attive e scaltre come ne “Il diavolo dal naso d’argento” di Italo Calvino, in cui la fanciulla riesce, da sola, a liberare se stessa e le sue sorelle e fare ritorno a casa, sconfiggendo il diavolo. Una sorta di Barbablùsenza il solito intervento provvidenziale di altri uomini. La adoravo! 
E sì, questo era il genere di letture che facevo da piccola.
Con gli anni poi, ho voluto colmare la mia lacuna, andando a guardare tutti i capolavori Disney e arrivando alla conclusione che dal 1937, anno di uscita di Biancaneve e i sette nani, ad oggi, la figura della principessa è notevolmente cambiata, mostrando via via caratteristiche e racchiudendo valori più in linea con il ruolo della donna nella società del tempo.
Ho deciso di scrivere questo particolare Ritratto, dopo aver visto, a distanza di breve tempo, The Brave e Frozen ed essere rimasta letteralmente incantata da Merida ed Elsa


Ma prima di parlare di loro, vorrei rapidamente spendere una parola su coloro che le hanno precedute.


“Quando la regina si punse un dito, desiderò ardentemente una bambina che avesse la pelle candida come la neve, le guance rosse come il sangue ed i capelli neri come l’ebano.” 

Detto fatto! Alla faccia delle migliori tecniche di ingegneria genetica! Biancaneve era bellissima. Orfana di madre, che muore di parto, ma bellissima. Cresce, bellissima, nonostante le angherie di una matrigna malvagia che la riduce ad una sguattera. Ma la piccola accetta di buon grado, remissiva ed ubbidiente, ogni vessazione, cantando agli uccelli e parlando agli animali, che nemmeno San Francesco. Ed è proprio la sua bellezza la più grande minaccia per la regina e tale bellezza deve essere mortificata, annientata. Sappiamo tutti come prosegue… Biancaneve si ritrova a fare da sguattera ai sette nani. Bel cambiamento! E badate bene, si tratta di sette piccoli e innocui uomini, altrimenti sarebbe stato sconveniente. Se di Biancaneve si esalta solo la bellezza per tutta la durata del film, un motivo ci sarà e probabilmente è perché non brilla per acume, ops, scusate, ingenuità, lei è ingenua, talmente ingenua che accetta di buon grado la mela dalla prima vecchina inquietante che le si presenta alla finestra. Ma d’altronde, non aveva avuto una mamma che le insegnasse di non accettare nulla dagli sconosciuti. Biancaneve muore, o almeno così sembra, punita per aver dato un morso ad una mela. Vi ricorda niente?
I nani sconvolti e addolorati al solo pensiero di doversi lavare nuovamente le mutande da soli, la espongono all’interno di una teca di cristallo – inquietante -  affinché la sua bellezza – aridaje – rimanga immutata nel tempo.
Ora, dal mio punto di vista, la cosa poteva anche finire qui, e invece no! Arriva lui, egli, isso, sul suo bianco destriero che con un bacio di vero amore – eh? – riporta alla vita la bellissima principessa e vissero felici e contenti.

Passano gli anni, siamo al 1950, e arriva Cenerentola sul grande schermo. Purtroppo le cose non cambiano poi molto. In questo caso è anche peggio: di questa bellissima fanciulla non si saprà mai nemmeno il nome, ma solo il nomignolo affibbiatole dalle brutte e arcigne sorellastre. Cenerella è una creatura ultraterrena, diciamo anche un’ extraterrestre, che si sveglia all’alba con il sorriso sulle labbra, ridacchia deliziosamente quando gli uccellini le riversano una cascata di acqua fredda in testa a mo’ di doccia e ha per migliori amici deliziosi topastri grigi per i quali ha subito pronti minuscoli abitini su misura. Mentre le sorellastre starnazzano e strimpellano davanti ad un esimio maestro di musica, Cenerella lava il pavimento cantando come nemmeno Katia Ricciarelli. Quando arriva l’invito per il ballo di Corte, in casa vi è grande fermento e tutte vogliono andare a vedere il principe

(godetevelo tutto, ma in caso saltate direttamente a 2:10)

Si affaccia quindi la prospettiva di rimanere in casa DA SOLA senza tre psicopatiche che le fanno svuotare il vaso da notte (lo so, nel cartone la scena non c’è, ma fidatevi a quei tempi era così!) e Cenerella che fa? Scappa? Ne approfitta per riposarsi in uno dei morbidi letti? Ma assolutamente no! Anche lei DEVE andare al ballo a conoscere il principe, che ovviamente rimane folgorato da tanta bellezza, talmente folgorato che quando, scarpetta in mano, si presenta alla porta, non riconosce assolutamente in quella sguattera dimessa la meravigliosa fanciulla con cui ha ballato tutta la notte, no. Ma quando lei infila il piccolo e grazioso piedino nella calzatura di cristallo (e questo la dice lunga anche sul peso di Cenerella!), SBAM!, eccolo lì, l’amore vero… E vissero tutti felici e contenti, con una punta di feticismo.


Poi c’è Aurora, 1959… Lei è la mia “preferita”, un’eroina a tutti gli effetti, artefice del proprio destino. Infatti che fa per tutto il film? Dorme!

Andiamo avanti…

La Sirenetta, 1989, è stato il primo film Disney che ho visto da bambina e, ovviamente, l’ho amato. 
Quando andavo a casa della mia amica Checca, ci piazzavamo davanti alla televisione, lei compiva quella piccola e per me sconosciuta magia di inserire una cassetta nella bocca del registratore e dare inizio all’incanto. 
Colori meravigliosi, musiche coinvolgenti, personaggi divertenti e un principe che ci faceva sospirare.
Ariel segna già una linea di demarcazione abbastanza netta; è una sirena adolescente, con tutte le inquietudini proprie dell’età: insoddisfazione, ribellione alla figura genitoriale (non esistevano le mamme nei cartoni Disney, facciamocene una ragione!), sensazione di inadeguatezza, voglia di scappare. Tutto ciò, per lei, si concretizza nell’avere le gambe e nel poter visitare il mondo umano.  Ed è talmente grande la sua voglia di farlo che si innamora della prima statua che le capita davanti. 
Eric, in effetti, è perfetto: è belloccio, erede al trono, onesto, lavoratore e c’ha i cipiti in bella vista. Non ha un bianco destriero ma è affiancato da un grande e grosso pelosone slinguazzante che ci piace tanto.




E per la prima volta, udite udite, è lei a salvare lui, che rintronato e moribondo, invece di sputacchiare acqua e sabbia, rimane estasiato dalla bellezza e dalla voce di colei che lo ha riportato alla vita. 
Perché Ariel canta, e divinamente anche. Avevate qualche dubbio?
Per questo, quando Eric se la ritrova davanti, mezza nuda ma muta, non riconosce in lei la sua salvatrice. 
E da qui comincia forse la parte più bella del film, la storia di due persone che vogliono conoscersi, che cercano di capirsi e comunicare, ok tra grandi occhioni e ciglia che sbattono, ma sempre meglio del bacio del vero amore dato da uno sconosciuto con cui si passerà il resto della propria vita! Il vissero felici e contenti, insomma, è abbastanza guadagnato.



Nel 1991 andai al cinema per la prima volta, con la scuola, a vedere La Bella e la Bestia. Mi commuovo solo al ricordo. Entrai euforica e ne uscii estasiata. Da allora e per tantissimo tempo, Belleè stata senza ombra di dubbio la mia principessa preferita e, in generale, la storia raccontata è tra le più belle del mondo delle fiabe. Sì, Belle è bella e canta e ha un certo feeling con gli animali, non è una sguattera anche se si occupa amorevolmente dell’unico genitore che le è rimasto. La mamma? No, ovviamente, lo strambo papà. 
Ma… lei legge!!! Per la prima volta si fa un qualche riferimento all’attività cerebrale femminile. Se non è un traguardo questo. Ama i libri, ama le storie avventurose e si rifugia tra le pagine per sfuggire alla monotona vita di un paesino di provincia che la considera strana. Ed è proprio il suo coraggio e la voglia di avventura che la portano a sacrificarsi per salvare suo padre dalle grinfie di un’orrenda e disumana bestia, che lei teme sì, ma che ha il coraggio di sfidare e contraddire, dalla quale ha il coraggio di scappare. 
La sua curiosità, unita alla bontà d’animo (beh, sempre di Disney si tratta) la spingono a non fermarsi all’apparenza ed a cercare l’uomo nel mostro. Non voglio addentrarmi nella cosiddetta sindrome della crocerossina e nella, spesso malsana, convinzione delle donne di poter cambiare gli uomini, soprattutto quelli violenti, ma, volendo essere eccessivamente critici, si potrebbe parlare anche di quello. 
Una cosa è certa, la bestia è affascinata da Belle, dalla sua caparbietà, dalla sua
franchezza; cerca di compiacerla (le regala un’immensa biblioteca! No, parliamone…) e comprende così profondamente il suo dolore che la lascia andare. Un atto d’amore immenso e mai visto prima. Una delle scene che adoro è quando lei stenta a riconoscere la sua bestia nel biondone tutto muscoli che le si presenta davanti e se ne convince solo dopo averlo ritrovato nella bontà dei suoi occhi. E vissero felici, contenti e innamorati.Davvero.



Da allora, le principesse Disney, sono state sempre di più personaggi di spessore, con una personalità forte ed una partecipazione attiva alla storia (probabilmente dovrei parlare approfonditamente di Mulan, ma è il cartone che conosco di meno. Mea culpa), ma, fondamentalmente, l’amore tra un uomo ed una donna è sempre stato al centro di ogni film.

Cosa cambia con The Brave e con Frozen? La Disney finalmente rende protagonisti sentimenti mai approfonditi prima e lo fa grazie ad eroine forti, determinate e indipendenti.



Merida si differenzia notevolmente dalle altre principesse già solo per il suo aspetto fisico, che non rientra assolutamente nei canoni delle bellezze Disney. Ha il volto paffuto, gli occhi tondi, le lentiggini ed una massa di riccioli rossi, indomabili e ribelli. Come lei. Non è aggraziata, non canta, non danza, non suona uno strumento, non ricama egregiamente e non ha il minimo interesse ad imparare tali arti. E’ indisciplinata ed in continuo contrasto con la madre. Ebbene sì, dopo SETTANTASETTE anni, compare una mamma, con la quale Merida non va assolutamente d’accordo. Lei è irriverente, ironica e iperattiva, mostra un carattere che
poco si addice ad una vera principessae la grande sintonia con suo padre non fa che incoraggiare la sua indole ribelle. Andare a cavallo, tirare con l’arco e ingozzarsi sgraziatamente sono le sue attività preferite e per lei è una vera sofferenza anche solo dover indossare abiti formali che la costringono e mortificano la sua personalità.
Potete immaginare la sua reazione quando viene annunciato un torneo il cui vincitore potrà avere la sua mano. Contrariata è dire poco. Merida è talmente incazzata che si presenta al torneo come partecipante:

“Io sono Merida, primogenita discendente del clan Dun Rock e gareggerò per ottenere la mia mano!”



E la ottiene! Sbaragliando tutti gli altri partecipanti e scatenando le ire della regina madre, con la quale ha uno scontro violento che culmina con l’inevitabile scambio di frasi dettate dalla rabbia e dal fatto che madre e figlia non si conoscono per niente. Ed è proprio su questo rapporto che verte l’intero film, sulla mancanza di dialogo, sulla convinzione di essere su posizioni diametralmente diverse e apparentemente inconciliabili. Ed è solo quando le due donne sono costrette a stare insieme, sono costrette a conoscersi e capirsi, che comprendono l’importanza che hanno l’una per l’altra. Un film splendido, uno dei più belli tra i film Disney, un film in cui finalmente l’amore, il principe ed il matrimonio non sono le uniche possibilità per la protagonista di cambiare vita. E vissero felici e contenti? Non lo so, ma una cosa è certa: vissero.



Probabilmente è stato il mio grande desiderio di avere una sorella, magari al posto dei buzzurri primogeniti, che mi ha fatto amare incondizionatamente Frozen, ultimo capolavoro di casa Disney, ed Elsa, protagonista del film assieme ad Anna, sua sorella, appunto.



Elsa è forse uno dei personaggi più tormentati, costretta a reprimere se stessa e la sua capacità di governare il ghiaccio fin da bambina e di vivere con il terrore di fare del male alle persone a cui vuole bene. Ciò la porta ad isolarsi e ad allontanarsi dalla sua amata sorella Anna, che non perde occasione di farle notare la distanza, soprattutto dopo la morte dei genitori (mbeh? Che volete? Dopo The Brave, in cui c’era sia una mamma che un papà, come minimo li dovevano accoppare entrambi. E difatti…). Elsa cresce sentendosi sbagliata, pericolosa, spaventata da quella che è la sua grande dote. E più la paura cresce, più tutto le sfugge letteralmente dalle mani. Ed è proprio per non fare del male e per non essere considerata un mostro che, esausta, scappa via, finalmente libera di essere se stessa:



Adoro questa sequenza e questa canzone. E’ il momento in cui Elsa realizza chi è veramente, capisce la portata dei suoi poteri e la capacità di realizzare cose belle, in sintonia con il freddo, con il ghiaccio e con la neve che tanto fanno parte di lei:

“The cold never bothered me anyway”



Ciò che continua a tormentarla è però la convinzione di non essere in grado di stare vicino alle persone senza fare loro del male, la convinzione che l’unico modo per essere se stessa è la solitudine:


"Yes I'm alone
but I'm alone and free!"

Sarà l’amore a farle capire che lei non è solo i suoi poteri; l’amore per sua sorella le rivelerà la sua capacità di amare e di essere una persona migliore, per se stessa prima di tutto.

Ora, ironia a parte, rimarrò sempre affezionata alle principesse storiche e, quando capiterà l’occasione, guarderò volentieri i capolavori che hanno segnato l’infanzia di tante bambine, ma sono davvero contenta e soddisfatta dell’evoluzione di questi personaggi e, se un giorno avrò una figlia, ma anche un figlio, preferirò senza ombra di dubbio mostrare loro l’intelligenza di Belle, il coraggio di Mulan, la determinazione di Tiana, la volontà di Rapunzel, la ribellione di Merida e l’altruismo di Elsa.


Miki.

Spero che vi sia piaciuto leggere questo ritratto almeno la metà di quanto a me è piaciuto scriverlo.

Vi ricordo che potete trovare la rubrica anche sui blog:

- BooksLand di Monica

- Stasera Cucino Io di Federica

- Franci Lettrice Sognatrice di Francesca 

- Un Libro per Amico di Daniela

Al prossimo mese,

Miki, Monica, Fede, Franci e Daniela.

Una Nota di Colore #6: Dark Adrenaline, Lacuna Coil

$
0
0
Musica è arte, musica è vita, musica è colore.

La musica può essere il filo invisibile che lega le persone, che consente loro di scoprire e di scoprirsi.
Può essere confronto, accordo e disaccordo.

La musica è storia ma anche moda, insegnamento e intrattenimento.

"Musica"è la parola chiave di questa nuova collaborazione, che vede, di nuovo, affiancato MikiInThePinkLand a LA is My Dream.



"Una nota di colore" è il nostro modo di raccontarvi qualcosa di noi, un modo per conoscerci e per farci conoscere. Una sorta di "get ready with me" che tanto va in voga su YouTube, con la differenza che il risultato finale è dettato unicamente dalla musica.

In questi dodici appuntamenti mensili, vogliamo fare un viaggio alla scoperta dei nostri album preferiti, raccontarveli, condividere con voi il ruolo che essi hanno o hanno avuto nella nostra vita e, ad ogni album, abbineremo un trucco e vi mostreremo i prodotti utilizzati.

Spero che l'idea vi piaccia come è piaciuta a noi, che la coltiviamo ed elaboriamo da oltre un anno.

Ogni secondo lunedì del mese, quindi, vi aspettiamo qui a cantare e truccarvi con noi!

E' incredibile essere arrivate già a metà del nostro percorso, sembra ieri che io Patty parlavamo eccitate come due bambine della nostra idea, elencando album e cercando di decidere quali includere e quali no. In questo lei è decisamente più brava di me, io le do non poco filo da torcere cambiando continuamente idea.

Il gruppo di cui vi parlo oggi rientra a pieno titolo nella mia comfort zone musicale, di cui i CRIFIU sono praticamente l'unica eccezione.

I Lacuna Coil sono una band italiana, formatasi nel 1994 a Milano, ma che io ho conosciuto molti anni dopo, precisamente nel 2006, ritrovandomi ad ascoltare, assolutamente per caso, Enjoy The Silence, cover della celebre canzone dei Depeche Mode:

Inutile dire che io preferisca di gran lunga questa versione all'originale!

Definire i Lacuna Coil e inquadrare la loro musica, qualora ce ne fosse bisogno, in un genere definito non è facile, per questo vi riporto un pensiero che la vocalist del gruppo ha espresso durante un'intervista:

Il fatto è che la classificazione più semplice è sempre stata gothic metal solo per il fatto che comunque ci vestiamo di nero e c'è una donna nel gruppo, basta dare un'occhiata alla foto promozionale per tirare delle conclusioni affrettate, del tipo: "Dunque, in questa band c'è una donna che canta, sicuramente in modo lirico, c'è anche una voce maschile che sicuramente urlerà, sono vestiti di nero... Ok, sicuramente faranno gothic!". Tutto questo è molto riduttivo, obiettivamente io considero la band in cui suono molto più legata al rock che al gothic, perché comunque non si può considerare un gruppo semplicemente in linea con un genere gotico solo per via di certe melodie malinconiche in alcune parti di alcune canzoni, perché se ascolti brani, soprattutto da Comalies, come 'Angel's Punishment', 'Tight Rope', 'Daylight Dancer', 'Swamped', non hanno assolutamente nulla di Gothic, con questo non dico che rifiuto l'etichetta che ci è stata data, ma sostengo che è senz'altro un pochino riduttiva

L'album che ha suggellato definitivamente il mio amore per loro è stato Shallow Life e, in particolar modo il brano Spellbound, di cui amo tutto: il videoclip, il testo, il sound, il crescendo di emozioni che poi esplode nell'ipnotico ritornello


Di sicuro questo è l'album che mi ha fatto apprezzare le doti vocali di Cristina Scabbia (dove si mette la firma per arrivare a 42 anni come ci è arrivata lei?????), soprattutto in canzoni come Wide Awake:


Poi, non so per quale motivo, li ho persi un po' di vista, distratta evidentemente da altre passioni e dal fatto che ormai il lettore fosse monopolizzato.

Non avrei saputo dell'uscita di Dark Adrenaline se non mi fossi imbattuta, sempre per caso, in questa meravigliosa cover di una delle mie canzoni preferite di sempre:


E' stato grazie a lei che ho scoperto il penultimo album della band, uscito a Gennaio del 2012.



Dark Adrenaline, nomen omen... e potrei anche fermarmi qui, perché la parola che più racchiude il senso del cd è proprio dark, senza essere decadente e soffocante, con quel ritmo travolgente proprio dei Lacuna che ti fa chiudere gli occhi ed immaginare di essere davanti al palco ad agitare la testa.
Cristina si conferma una cantante eccezionale, esplorando anche tonalità più gravi che conferiscono una penetrante profondità alle tracce.

Questa spirale oscura si apre con la mia canzone preferita: Trip the Darkness, che riprende il sound cupo di Karmacode e che descrive i sintomi dell'astinenza da sostanze stupefacenti.


What a day
Seconds, minutes and hours spill over
There’s no time here in space
What a day
I see beauty in everything
But the world is still fading away

Potente, evocativa, pesante, oscura, claustrofobica, ha il potere di trascinarti in un vigile torpore e lasciarti avvolgere dalla musica.

Splendido il video, splendida la presenza scenica della vocalist, splendido l'intreccio di voci, splendidi i gatti, ovviamente (e vogliamo parlare delle scarpe? U.U).
Dopo aver ascoltato questa canzone, il ritornello mi si è incastonato nelle mente ed è stato impossibile scacciarlo. Non che ci fosse un motivo per farlo.

Against Youè un mosaico perfetto di voci e chitarre, che la fanno sicuramente da padrone in assoli penetranti che trascinano fino ad una conclusione suggestiva a colpi profondi di basso.

In Kill The Light vi è un vero e proprio vocal show targato Scabbia/Ferro, con un sottofondo graffiante ed un ritornello che spezza però, a mio parere, la potenza del brano. Il risultato nell'insieme è assolutamente piacevole, ma preferisco di gran lunga la strofa. Non ci posso fare nulla, amo la voce di Cristina ed in questa canzone è semplicemente fantastica!

Al contrario, in Give Me Something More, è proprio il ritornello la parte che mi piace di più, in cui vi è una meravigliosa fusione di ogni elemento della band.

Upsidedownè probabilmente la più gotica dell'album e forse una delle tracce che apprezzo di meno, nonostante Cristina (lo so, sono ripetitiva...).

End Of Timeè semplicemente un capolavoro. Introspettiva, malinconica, triste, un brivido che dura quattro minuti e che mi riempie gli occhi di lacrime ogni volta:


Cause I belong to you
Cause I am part of you
I am dying in your arms
It’s time to go, I can make it through



Con I Don't Believe in Tomorrow si rientra a pieno titolo in uno scenario dark, ancora più evidente nella seconda parte dell'album, che continua con Intoxicated, altra splendida prova vocale per Cristina e Andrea, e con The Army Inside, energica e arricchita da un assolo di chitarra fantastico.

Prima di chiudere l'album, i Lacuna fanno un regalo che ho apprezzato tantissimo. La loro versione di Loosing My Religionè credibile ed efficace. Ho adorato il modo in cui hanno fatto propria una canzone che ha fatto un po' la storia della musica senza snaturarne l'atmosfera. E Cristina, nella seconda strofa, è DA.URLO!

Fireè forse il brano che più di tutti dà la carica, arricchendo questo lavoro, che si chiude con un'altra ballata, My Spirit, che si distingue per una parentesi narrativa sottolineata da un cambio di ritmo ed atmosfera:

Senza rimpianti abbandono la colpa

Il destino e l’odio sono una cosa sola
I cancelli dell’inferno ci stanno aspettando
Lascia che attendano
Ovunque stia andando
Il mio spirito è libero
Sto tornando a casa
Conserva il ricordo
Ma lascia che io vada


Quando ho scelto quest'album, ho subito pensato di realizzare un trucco che si ispirasse a Trip The Darkness. Avrei voluto fare qualcosa di suggestivo e decisamente poco portabile. Poi una combinazione di fattori mi hanno invece portata a fare la cosa più banale del mondo, ma l'unica, a mio parere, che racchiudesse un po' il senso dell'album, della canzone e della band. Qualcosa di dark, con un tocco di gothic, che sarebbe stato decisamente migliore se la luce di quel pomeriggio non mi avesse fatto risultare gialla nelle foto e se mi fossi accorta prima di quanto fosse evidente l'attaccatura delle ciglia finte, cosa che, dal vivo, non si vedeva assolutamente.
Ma questo è e questo vi beccate!

I prodotti che ho utilizzato sono:


- Fondotinta MAC Studio Fix Fluid in NW20

- Kiko 3D Lifting Concealer n°01, Light

- MAC Select Moisturecover in NW35 per il contouring

- Cipria Stay Matte di Rimmel

- Kiko Soft Touch Blush n°110, Rosa Acceso




Per le sopracciglia:

- Kiko Eyebrows Pencil n°02

- MAC Brow Set in Show-Off

- Catrice eyeliner in gel nero come base su tutta la palpebra mobile

- Montalto Kajal Bianco per illuminare l'angolo interno e l'arcata sopraccigliare

Dalla palette Naked Basics di Urban Decay

- Crave, su tutta la palpebra mobile e lungo la rima cigliare inferiore

- Naked 2 nella piega dell'occhio

- Walk Of Shame per sfumare il tutto.

Ho applicato le ciglia finte della Eylure, n°080 con la Essence Lash Glue e ho dato una passata di mascara, Il Ciglia Finte di Maybelline.


Sulle labbra non poteva che essere Instigator di MAC.
















E questo è il risultato:





E vabbé, pazienza... Non tutte le ciambelle riescono col buco.

Per andare a leggere il post di Patty, cliccate QUI (coming soon), intanto questa è l'anteprima del suo trucco, decisamente meno banale del mio:


Se non conoscete questa band, correte a rimediare, magari partendo dall'ultimo CD appena uscito: Broken Crown Halo, di cui vi lascio la mia canzone preferita:



Per concludere in bellezza, Patty, in occasione del compleanno del blog, ha organizzato un bellissimo contest, trovate tutte le regole per partecipare QUI.

Spero che il post vi sia piaciuto, alla prossima,

Miki e Patty.


#LUSH Hennè Caffè Caffè: la mia esperienza.

$
0
0
Da quando sono passata ad una routine completamente eco-bio, per quanto riguarda i capelli, mi sono allontanata anche dalle tinte chimiche e l'ultima risale a Settembre scorso. Tornare al mio colore naturale, che non vedevo da anni, è stato strano, ma, in un certo senso, liberatorio. Il solo pensiero di non essere più schiava di ricrescita e ritocchi era fonte di immensa gioia, anche perché io ho sempre fatto tutto in casa e, considerando che i miei capelli sono tanti, spessi e adesso anche molto lunghi, potete immaginare le enoooormi difficoltà che ho a procedere con queste operazioni.
Dopo diversi mesi però, ovviamente, il colore si è sbiadito parecchio, facendo riemergere il rosso sulle lunghezze (ormai mi fanno i complimenti per lo shatush!), oltre ad un bel po' di capelli bianchi, motivo per cui ho cominciato a valutare la possibilità di fare l'hennè.
La mia scelta è caduta su Caffè Caffè di Lush, per diversi motivi, che vi ho già esposto QUI.

In questo post, vi parlerò della mia unica esperienza con questo prodotto e delle impressioni che mi ha lasciato.

(immagine presa dal sito ufficiale)

Per dare carattere ai capelli castani senza sconvolgere la tua tonalità né il tuo fidanzato.
Se i vostri capelli sono color "marroncino smunto" o castano chiaro e non vedono l'ora di avere un po’ di sprint o di nascondere gli invasori bianchi, Caffè Caffè è quello giusto. Il misto di henné nero e rosso tinge ma non sconvolge la tonalità di base, ed è mescolato con caffè macinato per sfruttarne la naturale azione colorante. Dona intensità e luce naturale, e se volete leggerissimi riflessi rossi vi basterà avvolgervi nel celofan durante la posa. Usatelo se avete voglia di qualcosa di diverso ma non sapete ancora bene che cosa

Ingredienti

Acquistiamo i nostri ingredienti da fornitori che non testano sugli animali
     Ingredienti Naturali      Sintetici sicuri
Naturalmente presente negli oli essenziali
Prezzo: €12,50 / 325g


Così è come si presenta il prodotto appena arrivato:




Se dalle foto, potrebbe sembrare una golosa ed enorme tavoletta di cioccolato, vi assicuro che non appena ne sentirete l'odore non solo vi ricrederete completamente, ma vi pentirete anche dell'attimo esatto in cui avete permesso che entrasse nella vostra casa.
C'è chi lo ha definito "erbaceo intenso", io lo definisco "sterco di cavallo unito a fieno umido" e per me è stato praticamente rivoltante, tanto da pensare di non utilizzarlo.
Poi, curiosità e voglia di dare un tono ai capelli hanno avuto la meglio.

Per la preparazione ho eseguito quasi alla lettera le istruzioni che ci sono sul sito:

Un impacco di bellezza ristrutturante per i capelli sempre più morbidi, luminosi e resistenti 
Il nostro henné non contiene sali metallici quindi non temete bizzarre reazioni come con le tinte chimiche, anzi il bello di questa colorazione naturale è che darà risultati sempre diversi a seconda della base di partenza. È sempre consigliabile non utilizzare contenitori ed utensili metallici a meno che non siano di acciaio inox.
PREPARAZIONESbriciolate in una ciotola resistente al calore una  quantità di henné proporzionale alla quantità di capelli da tingere. Una testa media ne richiede 3 quadretti. Aggiungete progressivamente  acqua bollente e mescolate fino ad ottenere la consistenza di una crema un po’ densa.
L’APPLICAZIONECon le mani vestite di guanti di gomma, applicate una generosa quantità di henné sui capelli asciutti. Procedete per settori, andando da dietro in avanti. Coprite prima le radici e poi le punte (vi renderà la vita molto più semplice).
L’ATTESADue ore e mezza sono assolutamente sufficienti per ottenere un colore intenso e caldo. Attenzione: il colore continua ad evolvere fino al giorno successivo.
L’HENNÉ E LA PERMANENTEL’henné può ridurre l’effetto dei prodotti per la permanente. Per cui, se avete voglia di ricci, fateveli fare prima dell’henné


Quindi, mi sono armata di pazienza e ho cominciato.

Per la mia lunghezza ho deciso di utilizzare quattro cubotti su sei, che non ho sbriciolato/grattugiato ma che ho prima scaldato in forno e poi polverizzato con un cucchiaio di legno. 
E già parte la prima imprecazione: la casa sembrerà un'immensa stalla!
Diverse review che ho letto, consigliavano di creare un composto molto liquido, della consistenza di uno yogurt, altrimenti sarebbe stato difficile distribuirlo sulla chioma. Nonostante ciò, per me è stato quasi impossibile e ho dovuto chiedere aiuto. Il pappone verde e nauseabondo continuava a solidificarsi nella coppa e ad indurirsi come cemento sulla testa, rendendo anche dolorosa l'applicazione sulle lunghezze.
Molto tempo, diverse imprecazioni in neozelandese da parte mia per il dolore, da parte di mia madre per lo schifo che avevamo combinato in bagno, e di mio padre per il puzzo di stalla che c'era in casa dopo, finalmente mi sono ritrovata con la testa incellophanata, determinata a farmi almeno tre o quattro ore di impacco. Un'agonia... Era come se mi avessero cosparso la testa di cemento a presa rapida. La sensazione era bruttissima ed il peso quasi insopportabile, tanto che negli ultimi minuti mi sono dovuta stendere. La cosa che mi ripetevo era "il risultato sarà talmente sensazionale che dimenticherò tutto questo!".
Procedere con lo shampoo è stato altrettanto difficile. Eliminare tutte le tracce di sterc... ehm, di hennè, è stata una tragedia. Non penso di aver mai consumato tanta acqua per lavarmi i capelli in vita mia. Ho dovuto fare tre lavaggi in quanto i capelli risultavano decisamente unti e stopposi (teniamo in conto che il burro di cacao è al primo posto. Io infatti avevo letto che si tratta di un prodotto abbastanza corposo).
Insomma, alla fine ce l'ho fatta. 
Da bagnati i capelli non mostravano alcun cambiamento eclatante e, purtroppo, la stessa cosa si è verificata dopo averli asciugati.
Sì, erano più luminosi e sì, i capelli bianchi erano lievemente più dorati (e capirete bene che su un capello scuro la cosa non è che faccia poi tanta differenza), ma per il resto non ho notato nessun cambiamento che avrebbe potuto spingermi a ripetere l'esperienza traumatica.

Vi ripropongo la foto che avevo condiviso su FB, purtroppo non delle migliori:


Ma i problemi non sono finiti qui!

I capelli sono rimasti maleodoranti, per non dire proprio puzzolenti, per diversi giorni. Anche dopo due lavaggi, si sentiva ancora l'aroma di fieno.
Normalmente passano dai 4 ai 5 giorni, anche 6, prima che io rilavi i capelli, in questo caso erano sporchissimi già al secondo e con la cute molto grassa.

Ora, la curiosità di provare l'hennè, quello vero, mi è rimasta, anche se non so se avrò mai il coraggio, considerando che i miei capelli sono ancora più lunghi, ma di certo non rifarò mai più questo di Lush.

 E voi lo avete provato? Come vi ci siete trovate?

Alla prossima,



Trucco del giorno #84: Orange is the new Black

$
0
0
Se c'è un colore che proprio non mi piace e che trovo mi stia malissimo è proprio l'arancione. Sarà caldo, estivo, allegro, vivace, ma a me non piace.
Ogni tanto però, a piccole dosi ed in determinate declinazioni, non lo disprezzo, anzi, soprattutto in combo con altre tonalità che rientrano decisamente nella mia comfort zone, come il blu ed il viola.
Il trucco che vi mostro oggi, infatti, è abbinato ad uno dei miei vestiti preferiti, di color viola/blu, con una fantasia a fiori che tra gli altri ha anche i colori arancio e rosso corallo.
Per realizzarlo ho utilizzato:

 - Fondotinta Revlon Colorstay n°220, Natural Beige
- Correttore FIT ME di Maybelline n°10
- Cipria ELF Mineral Booster
- Elf Eye Brightener per fissare il correttore nella zona del contorno occhi
- Blush Sugarbomb di Benefit
- MAC Brow Set in Show-Off per le sopracciglia


- Essence Colour Arts eye base su tutta la palpebra mobile e fissa
- Kajal Bianco Montalto sotto l'arcata sopraccigliare, sfumato con le dita
- Inglot AMC pure pigment eyeshadow n°81, applicato asciutto su tutta la palpebra mobile
Dalla palette Shady Lady di The Balm ho usato:
- risqué renee (blu opaco) nell'angolo esterno
- shameless shana (caramello scuro lievemente satinato) nella piega dell'occhio
- luscious lani (rosa lievemente satinato) sotto l'arcata sopraccigliare e un po' nell'angolo interno.
- Kiko Smoky Eye Pencil n°04 nella rima interna
- Mascara Le Volume di Chanel

Sulle labbra ho utilizzato:

- Kiko Lip Pencil n°203

- Kiko Luscious Cream-Creamy Lipstick n°508, Arancio, con al centro un tocco di pigmento Inglot usato sugli occhi.






E questo è il risultato finale:




 C'è un colore che non vi piace ma che usate lo stesso?

Buona domenica,






Una Nota di Colore: Il Contest di LA is My Dream. Imaginary...

$
0
0

Per il 3° compleanno del suo blog, Patty di LA is My Dream ha organizzato un contest a dir poco stupendo, che trae ispirazione dalla nostra rubrica truccomusicale, e che consiste nel realizzare un make-up ispirato alla nostra canzone preferita, di sempre o del momento.

Purtroppo, per una serie di motivi, mi sono trascinata fino all'ultimo giorno utile: inizialmente ho avuto qualche problema con la scelta della canzone. Sapete quanto ami la musica e quanto mi leghi a determinati gruppi o canzoni in base anche al momento e allo stato d'animo. Poi si è aggiunta la totale mancanza di tempo, che mi ha portato ad aggiornare il blog davvero ma davvero raramente. Alla fine, il colpo di grazia me lo ha dato la pioggia. Vi dico solo che mi sono uscite le branchie nelle ultime settimane.

Ieri sera, rimuginando sulla questione, ho deciso che oggi avrei fatto il trucco, anche con il diluvio universale, anche senza luce, ecc ecc.
E il sole fu...

Per parecchio tempo ho rimuginato su quale canzone scegliere. Pensarne ad una preferita in assoluto è una cosa, per me, improponibile e allora ho cominciato a pensare a quale invece potesse meglio rappresentarmi, in quale, tra le canzoni che ascolto più di frequente, io possa rispecchiarmi.
E la risposta era lì, semplice e chiara.






Ascoltare questa canzone è come stendersi su un campo di fiori di carta, guardare bianche nuvole che cantano ninna nanne, lasciarsi trasportare in un'altra dimensione in equilibrio tra sogno e incubo.
Apice emotivo di Fallen, come vi avevo già raccontato QUI, Imaginary sono io e non ci sono molte parole per spiegare perché. E' una simbiosi che dura da dieci anni, che ho fatta mia attraverso un nickname che ha per me quasi lo stesso valore del mio nome reale.




 Imaginary è circondarsi delle proprie paure, un po' per esorcizzarle ed evadere da esse, un po' per affrontarle e superarle. E' una canzone che mi conforta quando voglio essere confortata e che mi rattrista quando voglio chiudermi un attimo in me stessa pensando a ciò che non va.

Swallowed up in the sound of my screaming
cannot cease for the fear of silent nights
Oh how I long for the deep sleep dreaming
the goddess of IMAGINARY light

Tradurre ciò che questa canzone mi trasmette in make-up è stato semplice, nella mia testa, un po' meno nella realtà. Sapevo che ci dovevano essere alcuni colori precisi, i miei preferiti, e che avrei usato alcuni prodotti precisi, come il paint pot di MAC che si chiama, appunto, Imaginary, e che ho comprato proprio per questo motivo e perché era viola, una coincidenza che non potevo assolutamente ignorare.

Sul viso ho applicato solo il fondotinta ed il correttore sulle occhiaie. Non ho applicato cipria perché non volevo un effetto troppo mat.

Ho definito le sopracciglia con la Brow Eyepencil di Kiko n°02 e poi con il Brow Set di MAC in Show-Off.

Sulle guance ho abbondato con il meraviglioso blush fucsia di H&M, il n°14, Pink Dahlia.

Sulle labbra ho passato prima la Ultra Glossy Lip Pencil di Kiko n°612 e poi il Super Stay 10h Tint Gloss di Maybelline, n°160, Forever Fuchsia.

Per il trucco occhi go usato alcune matite come basi:

- Kajal bianco della Montalto sotto l'arcata sopraccigliare e nell'angolo interno

- Urban Decay 24/7 Glide-On Eye Pencil in Radium, Ransom e Perversion, rispettivamente nell'angolo interno, al centro della palpebra e nella rima interna.

Nell'angolo esterno ho usato Imaginary di MAC







Ho usato diversi ombretti di Kiko della vecchia collezione Chic Chalet, riprendendo i colori delle matite.
Nell'angolo esterno ho utilizzato un ombretto viola scuro di MUA.
Ho aggiunto il fucsia nella piega estendendolo anche sulla tempia.

Per illuminare l'arcata ho usato un po' di Walk Of Shame della palette Naked Basics (che sta per compiere un anno!!!).




Alla fine ho deciso di aggiungere anche un pizzico di pigmento Teal di MAC nella piega ed un po' di Pink Opal nell'angolo interno e diffusamente su tempie e guance.

Finalmente è ritornato da me l'amatissimo Eye Liner di Urban Decay in Perversion che ho utilizzato lungo la rima cigliare inferiore, mentre con quello in gel di Catrice ho disegnato la mia firma.

Tocco finale, un po' di glitter multicolor di essence sparsi qua e là.

No, non ho usato mascara. Perché? Perché sono un'idiota e me ne sono scordata.

E alla fine questo è il risultato:










Grazie a Patty per aver avuto questa idea fantastica. Spero che vi sia piaciuta.

E qual è la canzone che più vi rispecchia? Che colori usereste se doveste rappresentarla?

Alla prossima,


Ritratto di Signora #32: Aurora Ruffino

$
0
0
Buongiorno!!! Ed oggi lo è veramente, visto che ieri è tornato il mio fidanzato dall'Afghanistan e starà con me una settimana prima di ripartire per altri tre mesi.
Inoltre oggi è anche il primo lunedì del mese e torniamo con la nostra amatissima rubrica Ritratto di Signora:


L'articolo di oggi è stato scritto da Daniela di Un Libro per Amico ed ha come protagonista una giovane attrice italiana. Buona lettura!!!

Non è stato semplice decidere, vi assicuro che è da quando sono entrata a far parte di Ritratto di signora che penso a chi dedicare questo mio primo appuntamento. Poi qualche mese fa guardando una fiction televisiva ho avuto una folgorazione perchè spiccava una ragazza che non conoscevo ma che - ho scoperto poi - nonostante la sua giovane età si è già fatta notare nel panorama artistico italiano.
Sto parlando di Aurora Ruffino.



Vi dice niente questo nome? Magari no, ma credo che la faccia qualche volta vi sia capitato di vederla e se non vi è capitato credo che prima o poi vi capiterà, visto la carriera stupenda che questa ragazza di soli 25 anni sta facendo negli ultimi anni. 
Classe 1989, originaria di Druento, un paese in provincia di Torino, ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Io personalmente l'ho conosciuta grazie al suo ruolo che quest'anno ha avuto nella fiction Braccialetti Rossi, tratta dal libro omonimo di Albert Espinosa



In quella fiction Aurora interpretava Cris, una ragazza fragile, con un rapporto difficile con la famiglia, che la portava ad avere un approccio malato con il cibo. Varcava le porte dell'ospedale a causa dell'anoressia, una bestia che colpisce tantissime donne e che ti porta via tutto: oltre ai chili anche il sorriso, la serenità, la voglia di vivere. Dagli occhi di Aurora si poteva davvero vedere il dolore, la fatica ma anche la gioia che,a sprazzi, Chris si portava dentro; c'è chi dice sia cosi capace di interpretare anche le scene più traumatiche a causa del passato difficile che ha avuto - perse la mamma quando era molto piccola e fu abbandonata subito dopo, insieme ai fratelli, dal padre - e forse sarà anche uno dei motivi, ma non sminuiamo la sua bravura attaccandoci sempre alle solite storie... Passato difficile o meno Aurora è capace di portare alla luce differenti stati d'animo in maniera assolutamente credibile e profonda, e questo credo sia dovuto principalmente alla sua bravura, altrimenti dovremmo pensare che tutti quelli con un'infanzia piena di sofferenza siano attori da premio Oscar e invece non credo proprio sia così!






Facendo i complimenti a tutto il cast - formato da ragazzi capaci di trasferire al telespettatore una quantità incredibile di emozioni -  ho trovato in Aurora - unica ragazza fissa del gruppo - una maturità interpretativa degna delle più grandi attrici, ovviamente parlo da profana telespettatrice, che mi ha fatto pensare "ah però" e mi ha fatto venire voglia di saperne di più su questa ragazza.
Non vi dico il mio stupore quando, facendo qualche ricerca, mi sono imbattuta nelle sue interpretazioni cinematografiche e non. Pellicole importanti di cui vi sarà capitato di vedere i trailer o i videoclip, magari non notando, come è capitato a me, quella ragazza semplice - che sembra molto più giovane della sua età - ed i suoi occhi profondi. 

Cominciamo in ordine di tempo.
Nel 2010 esordisce come attrice nel film La solitudine dei numeri primi diretto da Saverio Costanzo tratto dall'omonimo romanzo di Paolo Giordano; il suo ruolo è quello di Viola, la più bella ragazza del liceo che con la sua cricca schernisce la protagonista - Alice - a causa del suo aspetto fino a diventarne amica.



Nel 2012 per la serie televisiva Questo nostro amore trasmessa su Rai 1 Aurora interpreta Benedetta, una delle figlie dei protagonisti (interpretati da Neri Marcorè ed Anna Valle). 



Nel 2013 arriva il suo secondo ruolo in un film importante. Aurora interpreta infatti Silvia in Bianca come il latte rossa come il sangue, un film diretto da Giacomo Campiotti tratto dal famosissimo libro d'esordio di Alessandro D'Avenia. Non è il ruolo della protagonista ma il suo personaggio, Silvia, è molto importante nella storia in quanto migliore amica di Leo. Lei - innamorata del protagonista dai tempi delle medie - è l'amica che Leo ha bisogno accanto, quella a cui confida i più profondi segreti, quella a cui lui legge le sue parole d'amore per Beatrice, quella che soffre in silenzio vedendolo innamorato di un'altra.


Per questo stesso film partecipa al videoclip della canzone colonna sonora Se si potesse non morire dei Modà

Nel 2014 è come vi dicevo uno dei protagonisti in Braccialetti rossi e in un'altro film TV Una ferrari per due, primo episodio del ciclo Purchè finisca bene dove è Livia, figlia del protagonista Marcello, interpretato ancora una volta da Neri Marcorè.

Come si può non ammirare questa giovane donna a cui in così poco tempo sono stati affidati ruoli così importanti sia per la TV che per il cinema? A me ha colpito tantissimo ed è per questo che ho deciso di parlarne oggi anche se non è così tanto famosa come altre protagoniste passate di questa rubrica.

Io la invidio per almeno tre motivi: 
1) già all'età di 25 anni sembra avere chiaro ed aver raggiunto quello che vuole fare nella vita, cosa che io nonostante i miei 35 anni sto ancora cercando di capire;
2) a 25 anni può interpretare la parte di una ragazzina di 17 risultando assolutamente credibile;
3) concedetemelo... ha recitato insieme a Luca Argentero *_______*

Dopo questa è meglio che vi saluti perchè quando parlo di Argentero perdo la mia lucidità ahahahahahah


Voi cosa ne pensate? Conoscevate già questa giovane promessa del nostro paese? 

Daniela

Ammetto che, guardando pochissimo la tv, non conoscevo Aurora, nonostante avessi sentito parlare di Braccialetti Rossi. Grazie a Daniela per aver parlato di questa giovane donna e per aver destato in me una certa curiosità.

Vi ricordo che potete trovare la nostra rubrica anche sui blog

- BooksLand

- Stasera Cucino Io

- Francy Lettrice Sognatrice

Spero che anche questo mese il ritratto vi sia piaciuto, alla prossima

Miki, Monica, Daniela, Fede e Francesca.

Le letture del mese #16 Aprile feat LA is my dream

$
0
0
Nonostante ad Aprile sia riuscita a leggere solo nel primo terzo del mese, sono assolutamente soddisfatta dei libri che ho scelto, che ho letteralmente divorato, sia per la semplicità del genere, sia perché mi hanno coinvolta al punto che non riuscivo a staccarmene.
Paradossalmente, ho attinto a piene mani da un genere che non apprezzo particolarmente, il cosiddetto YA, Young Adult, che in passato mi ha rifilato ciofeche delusioni incredibili (potete leggere qualche esempio QUI). Stavolta invece, per pura coincidenza, mi sono imbattuta in quattro romanzi davvero profondi, che trattano con estrema delicatezza argomenti forti come la morte, la violenza, il cancro e tanti altri. Quattro romanzi che mi hanno lasciata satura di emozioni, tanto che non sono riuscita a leggere altro durante il mese di Aprile, anche per questo motivo.
Fonte di ispirazione e causa costante dell'allungamento della mia wishlist letteraria sempre lei, Monica di BooksLand, che tra anteprime e recensioni desta sempre il mio interesse.

Come ormai da qualche mese a questa parte, il post è in collaborazione con Patty di LA is my dream.

-Storia catastrofica di me e di te di Jess Rothenberg (che ha mantenuto miracolosamente invariato il titolo originale)



TRAMA (da Amazon):

Brie muore all'improvviso. A sedici anni. Col cuore, letteralmente, spezzato in due. Nell'istante esatto in cui si sente dire da Jacob che non la ama piú. Ma questo è solo l'inizio della storia. Dal suo punto di osservazione in Paradiso Brie finalmente capisce un sacco di cose. Che il matrimonio dei suoi sta proprio andando a rotoli. Che il fratello Jack non riesce a perdonarle di essere morta. Ricominciare da capo quando si ha il cuore a pezzi non è facile. Specie in un posto tutto nuovo. Ma una figura davvero celestiale comparirà presto ad accompagnare Brie nel suo paradisiaco futuro.

Ho cominciato questo libro diverso tempo fa, attratta dalla meravigliosa copertina. Devo ammettere che inizialmente non mi aveva particolarmente coinvolta. La storia si è trascinata abbastanza piatta per diversi capitoli. Per fortuna però, ad un certo punto, ha ingranato e mi sono ritrovata catapultata in un altro mondo, un mondo popolato dalle mille emozioni di Brie, che l'autrice riesce a rendere davvero palpabili. Dallo stupore di poter spiare la vita altrui dopo la propria morte, alla rabbia per non poterne essere partecipe. Il senso di impotenza di Brie, spettatrice della rovina della sua famiglia, dell'allontanamento tra le sue migliori amiche, ci accompagna nella lettura, tra i dolci ricordi di un'esistenza felice e la triste realtà di vite che vanno a rotoli. In tutto questo la ragazza non è sola, ma accompagnata da Patrick, una sorta di angelo custode in stile anni '80 che decide di aiutarla nell'unica cosa che Brie sembra volere. E, si sa, la vendetta va consumata fredda... fredda come la morte. E così, quelli che sembrano semplici dispetti, ben presto danno il via ad una serie di eventi che puntano verso un epilogo tragico, un epilogo che Brie vuole in tutti i modi evitare.
Nonostante la storia sia surreale, questo libro affronta diverse tematiche importanti e lo fa, a mio parere, in maniera efficace, riuscendo ad intrecciare diversi elementi, che sono poi quelli che mi fanno apprezzare una lettura: scorrevolezza della narrazione, piacevolezza dei dialoghi, spessore dei personaggi, uniti ad una punta di ironia che riesce, di tanto in tanto, a strappare qualche sorriso.
Storia catastrofica di te e di meè un libro in cui "cuore infranto" e "dare l'anima per amore" non sono modi dire e vi consiglio di leggerlo per capire perché.

Voto: 4/5

- Oltre i limiti (titolo originale Pushing the limits) di Katie McGarry


TRAMA (da Amazon)

Nessuno sa cosa sia successo a Echo Emerson, la ragazza più popolare della scuola, la notte in cui le sue braccia si sono ricoperte di cicatrici. Nemmeno lei ricorda niente, e tutto ciò che vuole è ritornare alla normalità, ignorando i pettegolezzi e le occhiate sospettose dei suoi ex-amici. Ma quando Noah Hutchins - il "bad boy" del quartiere - irrompe nella sua vita con la sua giacca di pelle, i suoi modi da duro e la sua inspiegabile comprensione, il mondo di Echo cambia. All'apparenza i due non hanno nulla in comune, e i segreti che custodiscono rendono complicato il loro rapporto. Eppure, a dispetto di tutto, non riescono a fare a meno l'uno dell'altra. Dove li porterà l'attrazione che li consuma e cos'è disposta a rischiare Echo per l'unico ragazzo che potrebbe insegnarle di nuovo ad amare?

Quando ho visto la copertina sul blog di Monica, ho sentito immediatamente una certa curiosità verso questo libro, poi la trama non mi aveva colpita per nulla, mi sembrava la solita storia trita e ritrita del ragazzaccio che si innamora della brava ragazza ecc ecc... Ci sono decine e decine di storie simili, una su tutte I passi dell'amore di Nicholas Sparks, e non solo su carta, ma anche su pellicola, come 10 cose che odio di te, con un giovanissimo Heath Ledger. Ma è stato un commento a farmi cambiare idea, un commento di una ragazza che consigliava di andare oltre l'apparenza e leggere questo libro.
E così ho fatto, per fortuna...
Echo e Noah sono due personaggi che mi sono entrati nel cuore, sviluppando nei loro confronti un istinto quasi materno, un'inspiegabile voglia di proteggerli e tenerli stretti senza lasciarli andare. Scavare nel loro passato è stato come sentire le loro ferite sulla mia pelle, percepire le loro emozioni, il loro dolore, ma anche il loro amore.
Intenso e commovente, Oltre i limiti, primo di una serie, è un libro che consiglio a chi cerca in un storia d'amore con quel qualcosa in più.

Voto: 4/5

- Le coincidenze dell'amore di Colleen Hoover (titolo originale HOPELESS!!!)


TRAMA (da Amazon)

Meglio una verità che lascia senza speranza o continuare a credere nelle bugie? Sky non ha mai provato il vero amore: ogni volta che ha baciato qualcuno, ha solo sentito il desiderio di annullarsi, nessuna emozione, nessuna dolcezza. Ma quando Sky incontra Holder, ne è subito affascinata e spaventata insieme. C’è qualcosa in lui che fa riemergere quello che lei aveva spinto nel profondo della sua anima, il ricordo di un passato doloroso che torna a turbarla. Sebbene sia determinata a starne lontano, il modo in cui Holder riesce a toccare corde del suo cuore, corde che nessuno riesce neppure a sfiorare, fa crollare le difese di Sky. Il loro legame diventa sempre più intenso, ma anche Holder nasconde un segreto, che una volta rivelato cambierà la vita di Sky per sempre. Soltanto affrontando coraggiosamente la verità, senza rinunciare all’amore e alla fiducia che provano l’uno per l’altra, Holder e Sky possono sperare di curare le loro ferite emotive e vivere fino in fondo il loro rapporto. Un romanzo toccante e intenso come solo il primo amore può essere.

Io non so se è stato il momento, ciò che so è che se il libro precedente mi ha emozionata, tanto, questo libro mi ha letteralmente sconvolta. Arrivata all'ultima pagina, con le guance grondanti di lacrime, mi sono ritrovata emotivamente destabilizzata. La prima cosa che ho pensato mentre mi inoltravo nella lettura era che Le coincidenze dell'amore fosse un titolo del piffero! Hopelessè una storia meravigliosa, intensa, dolorosa, a tratti cruda e sconvolgente. La storia di due, tre, bambini e della loro innocenza violata, la storia di una madre che sacrifica se stessa per la propria figlia, la storia di un amore che non può esplodere perché soffocato da un passato che incombe e che fa paura.
La Hoover, un'autrice che non conoscevo affatto, ha una maestria innegabile nel descrivere i sentimenti, le emozioni. Durante la lettura mi sono ritrovata decine di volte con le lacrime agli occhi, con il fiato sospeso, con il cuore che martellava nel petto.
Letto in versione eBook, sicuramente prenderò questo libro nel suo formato cartaceo, per tenerlo nella mia libreria e sfogliarlo di tanto in tanto.

Voto: 5/5

- Tutto ciò che sappiamo dell'amore di Colleen Hoover


TRAMA (da Amazon)

Lake arriva in Michigan dopo la morte del padre, rassegnata ad affrontare un nuovo, faticoso inizio. La risalita appare all’improvviso dolce grazie a Will, il vicino di casa, a sua volta costretto dalla vita a crescere in fretta. L’intesa è immediata, ma il primo giorno nella nuova scuola Lake scopre che il loro è un amore impossibile: Will è uno dei suoi professori – giovanissimo, ma dall’altra parte della barricata. Altrettanto impossibile allontanarsi, dimenticarsi, rinunciare: e così Lake e Will si parlano attraverso la poesia, anzi, le poesie, in pubblico ma in segreto, servendosi di uno slam – una gara di versi – per dirsi tutto ciШ che devono e vogliono dirsi. Alla fine è qualcosa di molto semplice, di essenziale: tutto ciò che sappiamo dell’amore è che l’amore è tutto, come ha scritto Emily Dickinson a nome di tutti noi.

Incuriosita dallo stile della Hoover, sono andata a cercarmi qualcos'altro da leggere, nella speranza che non mi stravolgesse come Hopeless. Quando ho visto questo libro, che fa parte della serie Slammed, la copertina mi ha subito ricordato che la mia amica Paola lo aveva letto da poco e mi aveva anche detto che le era piaciuto. In effetti la storia è molto piacevole, semplice ma non per questo banale. L'espediente della poesia è efficace e, in alcuni punti, degno di nota. Decisamente meno intenso del primo, mi è comunque piaciuto e anche in questo caso viene affrontato un tema decisamente difficile come quello del cancro.

Voto. 4/5


Potete immaginare come dopo quattro libri del genere io mi sia ritrovata esausta, decidendo di non iniziare nulla per un po' di tempo e di dedicarmi a manga e fan fictions, che sono un'altra mia passione.

E voi? Che avete letto ad Aprile? E che mi consigliate?

Potete trovare le letture di Patty QUI.

Alla prossima,


Shimmer Cubes The Body Shop Swatches & Review

$
0
0
Quando, ormai più di tre mesi fa, sono stata contattata per l'invio di questo prodotto, ho da subito sperato che si trattasse della tonalità n°26, Hot Pink.
"Maddai?!" 
Ebbene sì, inaspettatamente ero curiosissima di provare questi cubi scintillanti nella versione rosa, piuttosto che nella tonalità n°30, Golden Coral, che potete vedere QUI.
Potete immaginare la mia espressione quando, una volta aperto il pacchetto, me li sono trovata davanti:

(presto la review degli Hair Chalk)

Le ultime due palette di Shimmer Cubes, lanciate per la primavera 2014, vanno ad arricchire la gamma di colori proposta dal brand, che potete trovare sia sul sito ufficiale che negli store fisici:


Appena ricevuti e swatchati, ho cominciato subito ad utilizzare i cubi e ho aspettato così tanto tempo per parlarvene per avere la possibilità di metterli alla prova anche con una temperatura più alta.

Ma prima di passare alla mia esperienza, vediamo un po' la descrizione del prodotto:

Una palette di 4 maxi ombretti long-lasting e dal finish iridescente, da combinare e miscelare a piacimento. La selezione 26 presenta affascinanti sfumature rosa accese. Dermatologicamente ed oftalmologicamente testati, indicati anche per chi indossa lenti a contatto. I cubi contengono olio di noce di marula proveniente dal progetto di Commercio Equo realizzato dalla Cooperativa Femminile Eudafano, in Namibia.
Sono totalmente cruelty free: non sono testati sugli animali e non contengono derivati animali.


Formato: 4 x 3,5g

Questo è l'INCI:

Mica (Opacifying Agent), Talc (Absorbent/Bulking Agent), Tapioca Starch Polymethylsilsesquioxane (Absorbent/Anticaking Agent), Caprylic/Capric Triglyceride (Emollient), Dipentaerythrityl Tetrahydroxystearate/Tetraisostearate (Skin Conditioning Agent - Occlusive), Isopropyl Isostearate (Emollient), Octyldodecyl Stearoyl Stearate (Skin Conditioning Agent), Sorbitan Stearate (Emulsifier), Nylon-12 (Absorbent/Bulking Agent), Aqua (Solvent/Diluent), Hectorite (Opacifier), Bertholletia Excelsa Seed Oil (Emollient), Sclerocarya Birrea Seed Oil (Skin Conditioning Agent - Emollient), Polyacrylamide (Film Former), Phenoxyethanol (Preservative), Sorbic Acid (Preservative), Tin Oxide (Opacifying Agent), C13-14 Isoparaffin (Solvent), Sodium Dehydroacetate (Preservative), Laureth-7 (Emulsifier). [+/- CI 77891 (Colorant), CI 15850 (Colorant), CI 77492 (Colorant), CI 77007 (Colour), CI 77491 (Colorant), CI 19140 (Colorant), CI 45380 (Colorant)].

Ed il prezzo è di 18,00€




La prima cosa che colpisce degli Shimmer Cubes è sicuramente il packaging insolito. I quattro ombretti infatti sono contenuti in una compatta scatolina di plastica trasparente che, una volta aperta, rivela al suo interno quattro cubi, sempre in plastica, che racchiudono appunto gli ombretti, dall'aspetto di gessetti colorati.
Se devo essere sincera, non ho ben capito lo scopo di una confezione del genere. Sicuramente è sfiziosa ma certamente poco pratica. C'è da dire che, qualora fossimo in possesso di due o più palette, potremmo combinarne i colori per portare con noi quelli che utilizziamo con maggiore frequenza.




La Hot Pink contiene quattro tonalità di rosa:


- Garden Rose, un rosa brillante con un leggero bagliore argentato


- Deep Fuchsia, rosa intenso


- Light Coral, rosa dal leggero sottotono corallo


- Champagne Pink, rosa chiarissimo con una forte iridescenza fucsia e argento

La prima caratteristica che ho notato già swatchando gli ombretti è la durezza della "cialda" che bisogna andare a scalfire un po' per poter prelevare una sufficiente quantità di colore. Per questo, a mio parere, il modo migliore per applicarli è con una spugnetta, con le dita o con un pennello dalle setole non troppo morbide.

Avendo una palpebra sottile e tendenzialmente secca, ho avuto un po' di difficoltà a far aderire il colore, che appariva decisamente sbiadito, a meno che non passassi diversi minuti per stratificarlo, difficoltà che ho superato tranquillamente grazie all'utilizzo di una base per ombretto, come la Too Faced Shadow Insurance, o di una base colorata, come i LongLasting Stick Eyeshadow di Kiko o gli Jumbo Eye Pencil di NYX.
Su una palpebra oleosa invece, come quella di mia madre, il colore fa subito presa e appare vivido e luminoso.
In entrambi i casi la durata è ottima: il trucco non va nelle pieghette e comincia a perdere in luminosità solo dopo quattro o cinque ore.

Un appunto che mi sento in dovere di fare è che, dei quattro colori presenti, due sono decisamente troppo simili, quasi indistinguibili una volta applicati sulla palpebra, e questo mi farebbe desistere dall'acquisto, propendendo per una palette che contenga quattro tonalità diverse, in modo da poter giocare con i colori.
Nonostante ciò, mi sono ritrovata ad utilizzare frequentemente i cubi scintillanti perché mi piace tantissimo l'effetto luminoso che conferiscono alla palpebra.

Questo è un esempio di make-up realizzato con la palette Hot Pink, che vi avevo già mostrato su FB:


Ed eccone un altro:



E questi sono gli swatches degli ombretti applicati asciutti e senza primer in diverse condizioni di luce:




E adesso non mi rimane che provare qualche altra tonalità tra quelle proposte. Ce ne sono un paio che mi fanno parecchia gola.

E voi avete provato gli Shimmer Cubes? Che ne pensate?

Alla prossima,



Il prodotto mi è stato inviato dall'azienda.
La review è frutto della mia reale esperienza ed esprime la mia più sincera opinione.
Non sono stata pagata per scrivere questo post.

Haul Scarpe, Accessori, Abbigliamento (Guess, H&M, Primadonna, Pull&Bear, Hip Hop)

$
0
0
Tra un po' le scarpe mi cacceranno dalla mia camera e le borse duelleranno nel ripiano in basso del mio armadio per guadagnare campo contro i vestiti, stremati dalla mancanza di ossigeno.
Nel frattempo mia madre impreca contro di me e contro il mio fidanzato ogni volta che faccio un acquisto io e ogni volta che mi regala qualcosa lui. Insomma, un delirio...
Nonostante ciò, io sono un'intrepida e continuo imperterrita finché non mi vedrete apparire nel noto programma di Real Time: Sepolti in Casa.

Era davvero tantissimo tempo che non facevo un post haul che non riguardasse solo il make-up o la skin care e visto che nell'ultimo periodo, tra regali e acquisti, ho accumulato un po' di cose, ci tenevo a mostrarvele.


Qua, invece di comprare robe estive, bisogna munirsi di giacchine... Bah! Queste sono di H&M, assieme ad un'altra blu che vedrete più avanti e ad una rosa pesca chiarissimo che è nel cesto della biancheria. Costano 9,90€, hanno una buona qualità e una bella vestibilità. Mi piace metterle sia su vestitini più leggeri che su camicie o maglie.
I jeans sono semplici, skinny e li potete trovare in offerta a 20€ invece di 39,90€.


Sempre da H&M ho preso la camicia sulla sinistra, a 10€ invece di 14,95, mentre quella sulla destra è di Pull&Bear, a scacchi bianchi, giallini e rosa/lilla, modello lungo e un po' largo, e costa 14,90€.



Sempre di Pull&Bear la giacchina color panna in finta simil pelle, 24,90€, e di H&M le T-shirt bianche, in cotone, semplici, che mi piace portare come sotto giacca. 9,90€ per due.


Questo è il completo che avevo il giorno che è arrivato il mio fidanzato dall'Afghanistan. Adoro questo vestito, ha dei colori fantastici e costa una miseria: 19,99€, da H&M.



Di questi ultimi due non ricordo il prezzo, ma sono anche loro di H&M.

Questo è un outfit con il vestito in pizzo, la giacchina rosa e gli stivali che sto per mostrarvi:


Per la festa della mamma, Guess ha fatto il 30% di sconto su tutta la nuova collezione. Potevo farmi scappare l'occasione? Ma assolutamente no, soprattutto se il mio fidanzato insiste a volermi regalare una borsa per il suo compleanno:



E poi passiamo alle scarpe... Primadonna propone una collezione davvero graziosa per la Primavera/Estate 2014 ed io ne ho decisamente approfittato...





Gli stivali erano in promozione, 49,90€ invece di 69,90€, mentre il prezzo delle altre scarpe mi pare sia di 39,90€. Le ultime due paia sono comodissime, per questo le ho prese in entrambi i colori.

E per finire, qualche accessorio.
Volevo un orologio da battaglia per l'estate, per non rovinare quello buono, e ho scelto un Hip Hop:


E approfittando del 50% di sconto in un negozio del mio paese, ho preso questo bellissimo braccialetto di Guess:


E con questo è tutto. Che dite? Vi piacciono i miei acquisti/regali?

Alla prossima,


Una Nota Di Colore #7: Helldorado, Negrita.

$
0
0
Musica è arte, musica è vita, musica è colore.

La musica può essere il filo invisibile che lega le persone, che consente loro di scoprire e di scoprirsi.
Può essere confronto, accordo e disaccordo.

La musica è storia ma anche moda, insegnamento e intrattenimento.

"Musica"è la parola chiave di questa nuova collaborazione, che vede, di nuovo, affiancato MikiInThePinkLand a LA is My Dream.


"Una nota di colore" è il nostro modo di raccontarvi qualcosa di noi, un modo per conoscerci e per farci conoscere. Una sorta di "get ready with me" che tanto va in voga su YouTube, con la differenza che il risultato finale è dettato unicamente dalla musica.

In questi dodici appuntamenti mensili, vogliamo fare un viaggio alla scoperta dei nostri album preferiti, raccontarveli, condividere con voi il ruolo che essi hanno o hanno avuto nella nostra vita e, ad ogni album, abbineremo un trucco e vi mostreremo i prodotti utilizzati.

Spero che l'idea vi piaccia come è piaciuta a noi, che la coltiviamo ed elaboriamo da oltre un anno.

Ogni secondo lunedì del mese, quindi, vi aspettiamo qui a cantare e truccarvi con noi!

Eccoci ritornate con la nostra adorata rubrica, che è slittata, solo per questo mese, al terzo lunedì. Spero non ne abbiate sentito troppo la mancanza, so che molte di voi apprezzano questi post truccomusicali e la cosa non potrebbe farci più piacere. Purtroppo la scorsa settimana, per colpa mia, abbiamo dovuto rimandare, ma dal mese prossimo torna tutto alla normalità.

E' di nuovo il turno di Patty, che ha scelto un album che, grazie a lei e al nostro appuntamento mensile, ho avuto modo di riascoltare ed apprezzare meglio delle prime volte in cui ne ho sentita qualche traccia, parecchi anni fa. Stiamo parlando di Helldorado, settimo album dei Negrita, uscito nel 2008.


Registrato tra la Toscana e l'Argentina, già il titolo preannuncia il contenuto di questo lavoro: un riferimento ad El Dorado, leggendaria città d'oro, e Hell... Inferno. La critica di decadenza e corruzione sociale che emerge dai testi è già annunciata. Della serie "Non diteci che non vi avevamo avvertito".

E' facile riconoscere le sonorità che hanno influenzato quest'album, e se ciò per qualcuno è un aspetto negativo, personalmente non avrei potuto apprezzarlo di più: da Manu Chao ai Modena City Ramblers passando per i Clash, in una fusione di storie, etnie, ritmi e paesi.
A mio parere si tratta di un album decisamente notevole e, per quanto apprezzi ogni singola traccia, non posso fare a meno di preferire quella forse meno intensa e significativa,Che rumore fa la felicità?



Per il trucco mi sono voluta ispirare alla sensazione generale che l'ascolto di queste dodici tracce mi lascia.
Da una parte, i suoni, i ritmi, gli strumenti, in una fusione di generi, mi rallegrano, mi portano alla mente colori e danze dell'america latina, vivacità... felicità. Ma sull'altra faccia della medaglia c'è una terra che cola a picco...

"Non esiste più un innocente in questo mondo fetente, nulla nada niente neanche un vincente" 

E' con questa idea in testa che ho cominciato a truccarmi, volendo esprimere vivacità da una parte ma un profondo senso di disagio e tristezza dall'altra.

I prodotti utilizzati sono:


- Fondotinta Revlon Colorstay n°220, Natural Beige

- Correttore Maybelline Fit Me n°10, per le occhiaie

- Mary-Lou Manizer per illuminare gli zigomi

- MAC Brow Set in Show Off per riempire le sopracciglia.


- Montalto Kajal Bianco come base su tutto l'occhio

Dalla palette Sleek Good Girl:

- Meringue nell'angolo interno (rosa pesca shimmer)
- Candy Floss, Lollipop e Pink Punch a sfumare verso l'angolo estero (rispettivamente rosa freddo, rosa bilanciato e rosa con sottotono corallo)
- Papaya e Raspberry Coulis nell'angolo esterno (arancio e rosso mattone)
- MAC Process Magenta, pigmento fucsia neon, per intensificare il fucsia al centro della palpebra mobile
- MAC Neo Orange nella piega dell'occhio.

Dalla palette Kiko Luxurious Eyeshadow n°06 Cool Indigo Eccentricity (LE):

- Giallo matte nella piega e nell'angolo interno, sfumato verso il centro della rima cigliare inferiore
- Verde chiaro con riflessi oro al centro della rima
- Verde smeraldo nella parte esterna

Dalla palette Naked Basics:

- Walk Of Shame (panna rosato matte) sotto l'arcata
- Crave (nero matte) nell'angolo esterno

- Kajal nero nella rima interna

- Eyeliner Perversion di Urban Decay, in una forma decisamente allungata e marcata

- Mascara Le Volume di Chanel

Sulle guance, un mix di ombretti dalla palette di Sleek.
Sulle labbra, volutamente niente, anzi, le ho sbiancate passando il pennello con cui ho applicato il fondotinta.

E questo è il risultato:






Questa invece è un'anteprima dell'originalissimo trucco di Patty, che potete vedere cliccando QUI:


Che ne dite? Conoscevate questo disco? C'è una canzone che vi suscita sensazioni opposte?

Al prossimo mese,

Miki&Patty


Le Letture del Mese #14: Febbraio. Feat. LA is My Dream

$
0
0
Febbraio è volato. E non solo perché è stato di soli 28 giorni. Ma anche perché sono stati 28 intensissimi giorni.
C'è stato un momento in cui ho pensato che non avrei scritto questo post, che non sarei riuscita a finire nemmeno un libro. Invece eccomi qui, puntuale a scrivere questo breve riepilogo, sempre in collaborazione con Patty del Blog LA is My Dream.

Come vi ho spesso detto, forse sempre, ci sono diversi fattori che influenzano e determinano la scelta di un libro: lo stato d'animo, la trama, l'autore/autrice, la copertina, le opinioni o i consigli degli amici, le tematiche affrontate.
Per entrambi i libri di questo mese è stato proprio l'argomento trattato determinante nella scelta.

Peccato però che i risultati siano stati diametralmente opposti.

- Perdersi di Lisa Genova (titolo originale Still Alice)


TRAMA (da Amazon)

Alice è una scienziata di grido, un nome famoso nel campo della psicologia cognitiva. Pian piano si rende conto che sta perdendo la memoria. All'inizio è solo una parola sulla punta della lingua che non riesce a venire fuori, poi inizia a dimenticarsi gli orari delle lezioni ad Harvard e, infine, la strada di casa. Dopo una diagnosi di Alzheimer precoce Alice sa che perderà il suo mondo e i suoi familiari che, dal canto loro, non riescono ad accettare la situazione. Una storia profondamente toccante che ha già conquistato milioni di lettori in tutto il mondo.

Lisa Genova è una Neuropsichiatra specializzata nel trattamento di malattie neurodegenerative. In Still Alice, suo primo romanzo e successo editoriale, protagonista è un impietoso Alzheimer precoce che colpisce una mente brillante come quella di Alice, appunto, una psicologa, docente ad Harvard, che ha fatto della sua conoscenza le fondamenta per la realizzazione personale. Una vita attiva scandita dalla ricerca e dallo studio. Una vita che comincia a precipitare, a disperdersi nella nebbia di ricordi dimenticati.
Chi ha vissuto da vicino il dramma di una malattia del genere procede difficilmente nella lettura. O almeno a me è successo così. E' difficile vedere lì, nero su bianco, cose che hai vissuto e che magari cerchi di relegare in un angolino nascosto della memoria. La Genova non tralascia nessun aspetto della malattia, da quello più intimo e personale, vissuto da Alice, nella terribile consapevolezza del suo perdersi, a quello più scientifico delle terapie, delle sperimentazioni e dei test cognitivi. Ho apprezzato tantissimo il modo in cui l'autrice pone l'attenzione sulle conseguenze che la diagnosi ha per la famiglia. Alice è sposata e ha tre figli ed è positiva alla mutazione ps1, questo vuol dire che Anna, Tom e Lydia possono aver ereditato la stessa mutazione. Nel 50% dei casi. Diagnosi di questo tipo non sono mai individuali ma familiari e al dolore di vedere una mamma svanire nella foschia della mente, si unisce l'angoscia, la paura, il terrore di condividere lo stesso destino.
Nonostante la difficoltà che ho riscontrato nella lettura, legata esclusivamente a motivi personali, ho amato questo libro, il modo in cui affronta l'evoluzione della patologia, il modo in cui approfondisce e delinea lo spessore psicologico dei personaggi. Leggendo, ci si scontra con una grande varietà di sensazioni e sentimenti, dalla rabbia all'angoscia, dall'amore all'odio, dalla tenerezza alla pena, passando attraverso un'infinità di sfumature. Lo stile è essenziale, ma non mancano passaggi descrittivi perfettamente incastonati con il resto della narrazione. I dialoghi non sono mai superflui o scontati, e pongono l'attenzione sull'importanza delle parole, che, spesso, diamo per scontate.
La bellezza di questo libro, a mio avviso, sta anche nel finale, che arriva al momento giusto e nel modo giusto, lasciando il lettore a riflettere sulla potenza dell'amore, in ogni sua forma.

VOTO: 4,5/5

- Mi si è fermato il cuore di Chamed 


TRAMA (da Amazon)

Una storia vera, un libro che tocca le corde più profonde dell'anima
Il dolore era così potente che mi pareva di impazzire
La vita di Chamed è stata sfortunata. Ancora bambina, le viene diagnosticata una poliomielite incurabile. 
E invece, grazie al suo coraggio e alla forza del padre, riesce a guarire e camminare di nuovo. Ma la cattiva stella sotto cui è nata pare non volerla abbandonare: a soli quattordici anni perde i genitori in un incidente d’auto. Essere affidata a una zia coincide con l’inizio del suo incubo: odiata, disprezzata e maltrattata da chi invece dovrebbe amarla, Chamed tenta il suicidio e subito dopo viene internata in manicomio. La legge Basaglia non è ancora entrata in vigore, e la ragazza va incontro all’inferno vero e proprio: violenze, abusi e l’immancabile elettroshock. Eppure, nonostante tutto, Chamed riesce a trovare il modo per denunciare i suoi aguzzini, grazie all’aiuto di un medico illuminato che la adotterà e le darà modo di ricominciare a vivere. Finché l’amore sembrerà illuminare la sua vita. Una storia vera, una testimonianza toccante sul dolore, sulla forza e il coraggio che sono in ognuno di noi.
Una storia che ha commosso migliaia di lettori. 
Il racconto in prima persona di Chamed spacca il cuore.
«Sono passata attraverso il tunnel di un dolore che scava dentro, e mi porto dietro cicatrici indelebili. Penso che l’uomo non sia nato per soffrire, ma per la felicità.»
Chamed
Alcuni lettori hanno scritto:
«È un po’ come il Diario di Anna Frank nell’era dei manicomi.»
«Chamed, vorrei tanto poterti conoscere e abbracciarti forte!»
«Sono rimasta senza parole, mi chiedo quante persone sono sparite in questi luoghi di inumana tortura.»
Una scheggia nel cuore che non si può estrarre. Come si può morire senza aver vissuto?
«Come si potevano ritenere moralmente accettabili questi centri dove si infliggevano torture tali, come si poteva lasciar liberi questi animali, perché di esseri umani non si può certo parlare, di sfogare le loro più perfide bassezze su persone inermi…»
Chamed è lo pseudonimo dietro al quale si cela la protagonista di Mi si è fermato il cuore. Che è il racconto vero della sua vita. Il libro, pubblicato nel 2012 da un altro editore, ha riscosso un notevole successo tra i lettori, occupando per molti mesi le classifiche dei libri più venduti sugli store.


Ho dovuto riflettere moltissimo su cosa scrivere di questo libro. Non è stato facile. Quando l'ho finito, ero così arrabbiata che le parole mi sarebbero scivolate via senza filtro. Il rischio di risultare, cattiva, insensibile e unpolitically correct era davvero alto.
Perché l'ho scelto?
Ero alla Giunti a cercare l'ultimo capitolo della Multiversum Saga, Utopia, e non c'era. Sconsolata, ho fatto un breve giro del negozio e l'occhio mi è caduto sui colori della cover, studiata ad arte ovviamente. Il prezzo era molto basso e quando ho aperto la seconda di copertina è bastato un nome per convincermi ad acquistarlo: Basaglia.
C'è stato un periodo in cui ero letteralmente ossessionata dalla figura di Franco Basaglia. Ho visto documentari, letto articoli, ho avuto la grande fortuna di conoscere suoi collaboratori e mi sono fatta un'idea abbastanza precisa dell'importanza che quest'uomo ha avuto nella storia della medicina italiana.
Potete capire quindi come questo libro è stato per me come il miele per le api.
E' molto breve, si legge in un paio d'ore, ma sono state due ore che avrei tranquillamente potuto dedicare ad altro.
Non c'è cosa più brutta per una vittima di subire anche la violenza dell'incredulità, per questo non voglio esprimere ciò che penso sulla veridicità di questa storia. Voglio soffermarmi, invece, sulla trama, sullo stile, qualora ce ne sia uno, e sul modo in cui la storia è raccontata.
Probabilmente i fatti narrati si collocano temporalmente nei primi anni '70, ma non vi è alcun elemento che faccia percepire tale collocazione, anzi, alcuni termini risultano assolutamente anacronistici e fuori luogo.
I dialoghi sono inverosimili e spesso stucchevoli, non si armonizzano con la narrazione e non contribuiscono ad una conoscenza approfondita del personaggio. L'insistenza su particolari macabri è gratuita e spesso esagerata e non trasmette alcuna sensazione se non quella di fastidio. Frasi brevi, punteggiatura errata, tempi verbali pescati a caso come i  numeri della tombola e parecchi refusi rendono la lettura spiacevole e irritante. Mi chiedo se sia stato fatto un editing di questo libro e, se sì, chi sia la mente illuminata.
I personaggi sono talmente privi di carattere, di spessore psicologico da essere praticamente vuoti. tante comparse che vedi e ti domandi cosa ci facciano lì, che senso abbiano. "Nessuno"è la risposta che mi sono data.
L'internamento in manicomio, ovvero il motivo per cui ho acquistato il libro, è una brevissima parentesi a fine libro, che scivola via lasciando stupefatti. E di certo non per l'esperienza narrata. Non mi piace quando si aggiunge violenza alla violenza, quando si amplificano gli orrori per far sembrare le cose più brutte di quello che sono, perché si rischia poi di esagerare. Ed è questa la sensazione che ho avuto leggendo.
Potrei andare avanti con l'elenco di tantissime altre cose che non ho apprezzato di questo libro, ma mi fermo qui. Posso solo concludere che non mi ha lasciato nulla, se non tanta, tantissima rabbia.

VOTO: 1/5 (per l'eventualità che sia tutto vero).

Potete trovare le letture di Patty QUI.

E voi che avete letto questo mese?

Alla prossima,

Ritratto di Signora #33: La ragazza afghana

$
0
0
Buon pomeriggio a tutti, con un giorno di ritardo, eccoci con un altro articolo della rubrica Ritratto di Signora, che abbiamo preferito rimandare ad oggi visto che ieri era la festa di un'altra amatissima Signora: la nostra Repubblica Italiana.



La parola spetta a Monica, del blog BooksLand, che ci trascina attraverso immagini e parole in un viaggio davvero emozionante.
Buona lettura!

Come ormai avrete capito, voi che mi seguite da un po’ di tempo, la fotografia è una delle mie passioni.
Poter fermare un momento in un frammento fotografico è qualcosa di veramente unico, lascia un’impronta e permette a noi stessi di ricordare cose del passato, momenti belli o brutti che siano.
Ci sono poi immagini che rimangono scolpite nella mente delle persone, fotografie famose in tutto il mondo ed è proprio qui che inizia questa storia.

Era una splendida mattina assolata, e mentre aspettavo che la mia dolce metà finisse di far colazione mi ritrovai a sfogliare un libro di fotografia.

A dire la verità era stata la copertina del libro ad attirare la mia attenzione, d’altra parte con un viso del genere era praticamente impossibile non rimanere folgorati.


Da quel giorno, sperduti in un ranch Canadese, in cui stavamo passando la nostra Luna di Miele, la mia passione (o ossessione chiamatela come volete) per questa immagine è cresciuta a dismisura.

Più guardavo la foto, più mi chiedevo chi fosse quella giovane ragazza. I suoi occhi fieri sembravano sfidarmi, e mi chiedevo quale fosse la sua vera storia.
Le poche parole che accompagnavano la foto (scattata dal gradissimo fotografo del National Geographic, Steve McCurry) parlavano di lei come una giovane profuga Afghana.
Il fotografo l’aveva incontrata, nel 1984, in un campo profughi a Nasir Bagh in Pakistan, vicino alla città di Peshawar; campo che ospitava i rifugiati fuggiti dall'Afghanistan occupato dai sovietici.

Al momento dello scatto la ragazza doveva avere circa dodici anni, era orfana ed era riuscita a raggiungere il campo con la nonna e i fratelli.
Poche righe che non rendevano giustizia a quel viso. Inutile dire che volevo saperne di più.

Il bello di questa storia, è che tutto il mondo era rimasto folgorato da quell’immagine. Quando uscì per la prima volta (nel 1985) sulla copertina del National Geographic tutti si chiesero chi fosse veramente quella ragazza, e soprattutto cosa ne fosse stato di lei.

In un paese perennemente in conflitto quante possibilità c’erano di riuscire a ritrovarla e scoprire di più sulla sua storia?

Nel 2002, esattamente un anno dopo il mio viaggio di nozze, Steve McCurry e il National Geographic decisero di intraprendere una nuova spedizione per ritrovare “la ragazza Afghana”.

Non era un periodo facile, non lo è tutt’ora per quei luoghi. La ferita lasciata dagli eventi dell’Undici Settembre era troppo fresca e il mondo guardava a quel paese come al luogo di tutti i mali del pianeta. Eppure, tra diffidenza, disperazione e guerra, una giovane donna stava per essere ritrovata.

Il giorno in cui vidi la nuova copertina del National Geographic rimasi scioccata. Avevo seguito la vicenda, ma non ero pronta a quello che avrei visto sfogliando il giornale




Mi ricordo che tornai a casa con il giornale stretto tra le mani. Era arrivato il momento di saperne di più su di lei, chi era veramente, cosa aveva fatto in tutti quegli anni? Così arrivata a casa mi accoccolai sul divano pronta a leggere l’articolo, che tanto avevo atteso.
Prima di tutto, devo dire che la redazione del National Geographic ha fatto diversi esami per essere sicura di aver trovato la persona giusta. Tra questi, l’articolo iniziale parlava di un esame dell’iride, che è un po’ come quello delle impronte digitali.. non c’erano dubbi, la donna che Steve McCurry aveva ritrovato era proprio la stessa ragazza.


Con un timore quasi reverenziale, guardai per la prima volta il viso di Sharbat Gula, quasi vent’anni dopo il primo scatto.


McCurry, e la troupe del National Geographic, erano riusciti a trovarla grazie ad un uomo che l’aveva riconosciuta. Sharbat aveva vissuto per anni nel campo profughi, insieme ai fratelli, e poi era riuscita a tornare nella sua terra di origine e viveva insieme al marito e ai figli sulle montagne


Credo che sia stato scioccante per McCurry trovarsi di fronte una donna completamente diversa da quella fotografata tanti anni prima. Per me lo è stato, tanto che inizialmente mi ero convinta che non fossero la stessa persona.


In occasione di una mostra, qualche anno dopo mi sono recata a Modena per vedere con i miei occhi quelle fotografie.


Osservando le foto a grandezza umana, alla fine mi sono convinta. La persona fotografata nel 2002 è la stessa del 1984.  Il problema vero, è ciò che questa donna ha dovuto passare negli anni.

La condizione della donna Afghana, sotto il regime talebano,  è sicuramente una delle più difficili da comprendere. Queste sono solo alcune delle restrizioni a cui vengono sottoposte:

- Completo divieto per le donne di lavorare fuori di casa, il che vale anche per insegnanti , ingegneri e la maggior parte dei professionisti. Solo alcune donne medico e infermiere hanno il permesso di lavorare in alcuni ospedali a Kabul.
- Completo divieto per le donne di attività fuori della casa se non accompagnate da un mahram (parente stretto come un padre, un fratello o un marito)
- Frustate in pubblico per le donne che non hanno le caviglie coperte.
- Lapidazione pubblica per le donne accusate di avere relazioni sessuali al di fuori del matrimonio. 
- Divieto per le donne di ridere ad alta voce.
- Divieto per le donne di indossare vestiti colorati vivaci. 
- Pittura obbligatoria di tutte le finestre cosicchè le donne non possano essere viste da fuori delle loro case.

Ne avrei tante altre da scrivere, ma credo che queste siano più che sufficienti a descrivere il mondo in cui una donna come Sharbat è cresciuta. Se a questo aggiungete un paese perennemente in guerra, è facile capire come quello sguardo fiero si sia trasformato in quello che vediamo nelle foto sopra riportate.

Non è facile per me parlare di questi argomenti, non giudico nessuno, ma al tempo stesso mi è sempre stato insegnato che in quanto persona io posso esprimere il mio parere su ogni argomento. Posso vestire come meglio mi aggrada, ho avuto la possibilità di studiare e di formare una mia personalità.


In questi ultimi anni, per fortuna, ci sono associazioni che stanno lavorando sul campo Afghano, per permettere alle donne di emanciparsi, di trovare una loro posizione e soprattutto per non dover più guardare negli occhi una donna come Sharbat e leggervi quel velo di tristezza infinita.



 



A queste donne coraggiose, va tutta la mia stima. A loro dico di non arrendersi e di continuare a credere che un futuro migliore può nascere, se lo si vuole e ci si crede.


Il mio ultimo pensiero va alla giovane Sharbat, a quella ragazzina inconsapevole che si è lasciata fotografare in un campo profughi. A lei che si è arrabbiata quando ha rivisto la sua foto per la prima volta vent’anni dopo, perché i vestiti erano sciupati, a lei che con i suoi occhi ha ispirato milioni di persone, alla donna che poteva essere e alle nuove generazioni che verranno.. spero in un futuro luminoso per tutte loro.

Monica.


Che dire? A me, leggendo, sono venuti i brividi, per la storia in sé, per la situazione in generale e perché, in questo momento, con il mio fidanzato in Afghanistan, mi sento particolarmente coinvolta.
Ringrazio Monica, per averci regalato questo piccolo pezzetto della sua vita e per averlo fatto con parole così emozionanti.
E grazie a voi che avete dedicato ancora una volta un po' del vostro tempo alla lettura della nostra rubrica, a cui teniamo davvero tanto.

Vi ricordo che assieme a BooksLand, partecipano al progetto anche

- Fede di Stasera cucino io

- Francesca di Franci lettrice sognatrice

- Daniela di Un libro per amico

Al mese prossimo,

Miki.

Una Nota Di Colore #8: Playing My Game, Lene Marlin

$
0
0
Musica è arte, musica è vita, musica è colore.

La musica può essere il filo invisibile che lega le persone, che consente loro di scoprire e di scoprirsi.
Può essere confronto, accordo e disaccordo.

La musica è storia ma anche moda, insegnamento e intrattenimento.

"Musica"è la parola chiave di questa nuova collaborazione, che vede, di nuovo, affiancato MikiInThePinkLand a LA is My Dream.


"Una nota di colore" è il nostro modo di raccontarvi qualcosa di noi, un modo per conoscerci e per farci conoscere. Una sorta di "get ready with me" che tanto va in voga su YouTube, con la differenza che il risultato finale è dettato unicamente dalla musica.

In questi dodici appuntamenti mensili, vogliamo fare un viaggio alla scoperta dei nostri album preferiti, raccontarveli, condividere con voi il ruolo che essi hanno o hanno avuto nella nostra vita e, ad ogni album, abbineremo un trucco e vi mostreremo i prodotti utilizzati.

Spero che l'idea vi piaccia come è piaciuta a noi, che la coltiviamo ed elaboriamo da oltre un anno.

Ogni secondo lunedì del mese, quindi, vi aspettiamo qui a cantare e truccarvi con noi!

E si ritorna, puntuali stavolta (in realtà per me con un giorno di ritardo -__-"), con il nostro appuntamento truccomusicale, ed il post di oggi è per me un tuffo nei ricordi, probabilmente più degli altri.

Quando MTV era un canale di musica - bei tempi quelli - condizionava irreparabilmente i miei gusti, e la mia playlist comprendeva tutte le hit del momento. Vi assicuro che, se penso ad alcune di quelle canzoni adesso, rabbrividisco. Altre invece, non solo furono la colonna sonora dei miei diciassette anni, ma hanno continuato a fare da sottofondo in molti momenti della mia vita.


Era il 1999, in casa mia era appena entrato un impianto stereo serio ed io riuscii in poco tempo - trafugando qualche lira qua e là ;) - a mettere da parte TRENTAMILALIRE (!!!) per comprare il mio primo CD. Non riuscirei mai a descrivere la felicità che provai quando, finalmente, fu mio.


Ancora oggi, quando lo guardo, lo sento come un piccolo tesoro, lo conservo gelosamente e lo ascolto volentieri di tanto in tanto.

Ho voluto includere Playing My Game in Una Nota Di Colore perché l'ascolto delle dieci tracce di quest'album ha suscitato e suscita ancora oggi in me fortissime emozioni, cullandomi dolcemente soprattutto in quei frequenti momenti di tristezza.

Probabilmente molti di voi, o almeno quelli della mia età, ricorderanno perfettamente Unforgivable Sinner, che adoro, ma che non è sicuramente, come spesso succede, la canzone maggiormente degna di nota di questo primo CD della cantautrice norvegese.

Ora forse con l'arrivo del caldo e del bel tempo, non è l'ideale, ma immaginate una fredda giornata d'inverno, il fuoco nel camino, una tazza di tè. Immaginatevi raggomitolati in una coperta calda, sul divano, vicino al fuoco. Fuori la pioggia scroscia , battendo sui vetri delle finestre, in un sottofondo cupo ma rassicurante. Questo non è solo ciò che mi viene in mente quando sento l'album, ma è anche lo scenario perfetto per godere di queste dieci piccole poesie, perché per me tali sono.

Sitting Down Hereè, nel ritmo, la traccia meno triste. Si apre con la cristallina e bellissima voce di Lene e prosegue con una chitarra acustica piacevole e orecchiabile. L'inizio è lento, ma il ritornello è incalzante e ottimista.


Playing My Game, che dà il titolo all'album, è un dolce sussurro che prepara quasi alla successiva, travolgente Unforgivable Sinner. Di questa canzone mi piace tutto, dalla voce ai riff di chitarra. Il ritmo è coinvolgente, il testo cupo e seducente ed il risultato è un qualcosa di così ben riuscito che si spiega facilmente come mai la canzone sia balzata in pochissimo tempo in cima alle classifiche.

Flown Away è una delle prime canzoni sulle quali ho pianto, scossa dalle emozioni che mi suscitava. E' una dolcissima ninna nanna che trasporta in una dimensione onirica fatta di luce. Non so se l'intenzione di Lene Marlin fosse quella di parlare di morte o se ciò che descrive sia quell'attimo di smarrimento prima di prendere una decisione importante, sta di fatto che il testo si presta a diverse interpretazione, con alcuni passaggi che mi sono rimasti nel cuore:

The present like I never seen it before
Is this the right place to stay
Please my wings fly me away...

Su The Way We Are e So I See  non spendo molte parole, sono le tracce che mi piacciono meno, sia musicalmente che a livello di sensazioni che mi hanno suscitato. Le ho ascoltate pochissime volte.

Where I'm Headedè il terzo e ultimo singolo estratto dall'album e, non appena l'ho ascoltata, me ne sono innamorata. Molto bello anche il video, che racchiude alcune scene del film Les Mauvaises Fréquentations


One Year Agoè tristissima. Parla di una separazione e del dolore che ti lacera dentro. Il ritmo, le parole il ritornello sono come i pensieri che vorticano nella testa, i ricordi, i vari "e se" ed i "ma"

And she wishes today was one year ago
when you cared so much for her and loved her so
not a doubt in her mind that it would still be you
cause the love that you shared... it was true.

A Place Nearby è la canzone più malinconica dell'album, che racchiude i sentimenti che si provano quando una persona cara scompare, pensando a lei in un posto vicino. Trattenere una lacrima è quasi impossibile.

Per ultima ho lasciato quello che io considero il capolavoro di playing My Game, Maybe I'll Go





You think you've made it everything is going so fine

But then appears someone who wanna
Tear you down
Wanna rip you off those few nice things you've found
When and if you hit the ground.
Then it's falling kinda hard
Cause all you do is being yourself
Trying everything to succeed somehow.
But that's not the way things are right now.
Feeling kinda lost.


Triste, cupa, profonda, è incredibile quanto io senta così mie le parole di questa canzone


Ed è proprio a lei che mi sono ispirata per la realizzazione del trucco di oggi, oltre che all'atmosfera generale dell'album.

I prodotti utilizzati sono:

Per la base/viso:

- MAC Studio Fix Fluid NW 20
- L'Oréal Accord Parfait n°2, Vanilla
- Elf Mineral Booster
- Neve Cosmetics Blush Urban Fairy
- MAC Brow Set in Show-Off
- Rimmel Vinyl Gloss n°117, Mischief




Per gli occhi:

- Kiko LongLasting Stick Eyeshadow n°18, come base su tutta la palpebra mobile
- Matita color carne di Madina sotto l'arcata sopraccigliare









Dalla palette Mariposa di Urban Decay:
- Gunmetal su tutta la palpebra mobile
- Mushroom nella piega
- Haight nell'angolo interno, sfumato leggermente su Mushroom e lungo la rima cigliare inferiore
- Skimp sotto l'arcata sopraccigliare


- Kiko Glossy Eye Pencil n°500, sfumata lungo la rima cigliare superiore e inferiore
- Urban decay 24/7 Glide-On Eye Pencil in Radium nella rima interna inferiore
- Kiko Matita Occhi n° 716 nella rima interna superiore
- Chanel Mascara Le Volume

E questo è il risultato:






Con il flash






So che nel complesso, Playing My game possa sembrare un album eccessivamente malinconico, triste e monotono, ma trovo che sia comunque un buon lavoro e che valga la pena ascoltarlo.

Questo è il trucco di Patty, che potete vedere nel dettaglio QUI:


Spero che anche questo mese, l'articolo, il trucco e l'album vi siano piaciuti, alla prossima

Miki&Patty







Le letture del mese #17: Giugno feat. LA is My Dream

$
0
0
Spero che non ci siano anche i ragni, perché se le ragnatele le posso tollerare, soprattutto se sono rosa e imperlate graziosamente di rugiada come queste, quei cosi zampettosi no!
Anche se non è assolutamente colpa loro se il blog è rimasto inattivo per tutto questo tempo.
Ma oggi si riaprono i battenti e si ritorna con la rubrica dei libri del mese, che oltretutto non ha visto la luce in quel di Maggio, per diversi motivi.
Come al solito, il post è in collaborazione con LA is My Dream, e potete leggere le sue letture QUI.

- Le sorelle Marsh di Amanda Hodgkinson




TRAMA (da Amazon):

"1913. Le sorelle Marsh – Vivian e Nellie – sono rimaste sole nella loro grande casa, immersa nell'atmosfera vagamente magica della campagna del Suffolk, dove Jane Austen aveva ambientato i suoi romanzi cent'anni prima. Ma a differenza delle protagoniste di ""Orgoglio e pregiudizio"", le Marsh hanno fatto voto di castità: nessun uomo avrebbe turbato il perfetto equilibrio delle loro vite e loro sarebbero state semplicemente le donne del fiume. Tuttavia niente può restare immutato accanto all'acqua che scorre: e così, durante un'inondazione, un affascinante forestiero arriva a sconvolgere la quiete della loro dimora, risveglia emozioni inconfessabili e cambia il corso del loro destino. 1939. La diciottenne Birdie, che sogna di diventare una cantante famosa, rimane incinta, senza un marito. Si rivolge allora alla madre Nellie che decide di far adottare la bambina alla sua nascita, per evitare lo scandalo. Birdie non si rassegnerà mai alla perdita della figlia e, venticinque anni dopo, deciderà di cercarla. Scoprendo così che le sorelle Marsh hanno ben altro da nascondere che un peccato di gioventù. Tre generazioni di donne scorrono insieme all'acqua del fiume – spettatore e malizioso complice della loro vita, custode dei loro segreti – in questo romanzo dalle atmosfere intriganti. Amanda Hodgkinson ama e fa amare le sue donne, fragili e invincibili eroine del vivere quotidiano."

Il primo libro che ho letto a Giugno, me lo ha fatto notare un'amica (grazie Fra' eh!), era in promozione su Amazon - gratis - e la trama mi ha subito ispirata. Le recensioni erano tutte positive ed alcune proprio entusiaste, inoltre parlava di donne e l'assonanza del titolo con le ben più famose sorelle March mi ha fatto ben sperare. Purtroppo come si suol dire "chi di speranza vive, disperato muore" e tale detto calza proprio a pennello a questa lettura mediocre.
A mio parere, gli elementi per un buon libro non mancavano: personaggi interessanti e ben caratterizzati da subito, ambientazioni suggestive, collocazione temporale abbastanza chiara e ben descritta ed un buon intreccio della trama. Peccato che nel corso della lettura diventi tutto troppo ripetitivo, scontato e noioso. Non ho trovato nulla delle suggestive campagne del Suffolk austiniane, ma anzi spesso le descrizioni mi riportavano alla mente le campagne delle novelle di Verga, che di "magico" hanno ben poco e che nel contesto di questo romanzo ci stanno come i cavoli a merenda.
Inizialmente le protagoniste sembrano donne determinate, indipendenti, con un carattere forte, ma alla fine si rivelano abbastanza sciocche e facilmente manipolabili, tanto che nessuna mi ha lasciato una buona sensazione dopo la lettura.
Il prezzo fissato dall'autrice per questo libro è di 9,99€, roba da WTF?! Il fatto è che non lo consiglierei nemmeno se fosse ancora gratis.

VOTO: 2/4

Prima di procedere con il secondo e ultimo libro letto il mese scorso, voglio parlarvi di un'altra mia passione, le fanfictions. E se non sapete cosa sia una fanfiction, beh... vergognatevi!!! U.U
Scherzi a parte, i miei due siti preferiti sono EFP e Fanfiction.net, che ho scoperto grazie ad una carissima amica, Silvia. Per colpa merito suo, ho conosciuto tantissime altre fanwriters, che ad un certo punto hanno sentito il bisogno ed il dovere aggiungerei io, considerato il loro talento, di uscire dai confini di EFP e confrontarsi con il grande pubblico.
La prima volta che ho letto Miryaè stato amore a prima lettura. Sempre grazie a Silvia, mi sono perdutamente infatuata della coppia Draco/Hermione, che inizialmente mi sembrava un’eresia, come probabilmente sembrerà un’eresia a gran parte dei lettori di Harry Potter. Silvia, la mia amica, scriveva una storia su EFP, una storia dolcissima e talmente verosimile che le Dramione sono diventate quasi un’ossessione e ne cercavo e leggevo in continuazione, fino ad approdare a Succo di zucca.
Era domenica, ero allettata con l’influenza e cominciai a leggere la storia combattuta tra il voler lasciare il mio esaltato commento ad ogni capitolo ed il voler andare avanti per sapere come sarebbe finita.

Se non volete innamorarvi perdutamente di Draco e guardare all’intera saga con occhi diversi, allora non leggete questa FF. Se invece siete curiose e di mente aperta, come lo sono stata io, allora scorderete o accantonerete anche solo per un attimo gli ultimi due libri della Rowling e questa ff diventerà una delle vostre storie preferite evah.

E' proprio di Mirya il libro con cui ho concluso, degnamente, il mese di Giugno:



TRAMA (da Amazon)

Chiara vive di carta. Insegna, studia e legge di tutto. Sui libri e coi libri è cresciuta, i libri sono stati la sua famiglia e i suoi migliori amici e dai libri ha appreso l’amore: l’amore per le pagine ma anche per gli uomini che in quelle pagine vivono. 
Leonardo entra nella sua vita per seguirla nel Dottorato di ricerca, ed è un uomo concentrato sulla realtà di carne: per lui il distacco dalle parole scritte è vitale e non accetta l’approccio passionale di Chiara. Ma è stato davvero un caso, a portarlo da lei, o c’è una trama anche dietro al loro incontro? 
Tra un canto di Dante e una canzone degli ABBA si combatte la guerra tra la carne e la carta, una guerra che non ha vincitori né perdenti e che forse non ha nemmeno schieramenti. 

Avete presente una bella canzone? Lo so, riesco sempre a mettere in mezzo la musica, ma è l’unico paragone con cui riesco a spiegare le forti emozioni.
Una canzone è bellaquando vi è il connubio perfetto tra note, ritmo e parole. Quando il significato ti fa rabbrividire ed il ritmo ti fa fremere. Quando non vedi l’ora che finisca per farla ricominciare d’accapo e poi vorresti non finisse più.
Così è per me “Di carne e di carta”, letta diverse volte come fanfiction e riletto FINALMENTE come romanzo.
Le parole che Mirya usa sono come un mosaico perfetto. Nessuna è messa lì a caso. Ogni elemento ha una sua importanza e tra di loro si incastrano perfettamente in un risultato semplicemente fantastico.
I personaggi della sua storia, Chiara e Leonardo, ma anche Alessandra e Angelo, Ivano e Paula, Luisa e Renato, sono talmente ben caratterizzati che sembra di conoscerli da sempre. E non posso non nominare Sivieri, uno degli alunni di Chiara che ti strappa immediatamente un sorriso e ti fa scendere anche una lacrima.
L'intreccio di citazioni dantesche e ritornelli degli ABBA rendono il tutto ancora più piacevole e ricercato, perché non sono mai messi a caso, ma incastonati nella narrazione, brillanti come pietre preziose.
Un libro che vorrei di carta, che vorrei poter stringere tra le mani, che vorrei sfogliare e annusare, immaginando di sentire il profumo di Leonardo, il profumo del plumcake di Chiara, che mangerei togliendo i canditi anch'io, di essere avvolta dalla nebbia di Ferrara, ascoltando le meravigliose canzoni degli ABBA. Vorrei poter sottolineare tutti i passaggi che mi hanno strappato un brivido, un sospiro, un grugnito e una lacrima. E lo so che finirei per sottolineare tutto il libro.
L'idea della copertina è fantastica (anche se per me Leonardo è e rimarrà sempre quell'altro) ed un'idea del genere non poteva che venire da lei, che con le parole compie delle vere e proprie magie.
In attesa di vederlo in prima linea sugli espositori delle librerie, ringrazio Mirya per averlo pubblicato e, soprattutto, per averlo scritto.

Questo è uno dei tantissimi passaggi che più mi piacciono:

 [...] Hai descritto l’ipotesi di venire a letto con me come un prurito da toglierti, come se la considerassi una zecca molesta da schiacciare con un po’ di sesso… - si interruppe, colta da un’improvvisa illuminazione - Oddio, è così che mi vedi, vero? Un fastidio da eliminare. Tu mi detesti e sei disgustato dal fatto che il tuo corpo mi desidera, perciò non vedi l’ora di liberarti da questo desiderio una volta per tutte. Come se fosse un motivo di vergogna, come se io fossi un motivo di vergogna…
Leonardo non replicò, limitandosi ad abbassare lo sguardo e a stringere i pugni, e la certezza di avere ragione colpì Chiara come uno schiaffo. Era per questo, che sembrava sempre soffrire in sua presenza. Lei gli faceva schifo. E il fatto che la volesse fisicamente gli faceva ancora più schifo.

- Sai, forse ti dovrei ringraziare – concluse amara, voltandogli le spalle – Mi sono sempre chiesta cosa avrei fatto io, se nella vita vera avessi incontrato uno di quegli stronzi che fanno tanto sognare nelle storie, e che fanno capitolare la protagonista con la loro bellezza. Ora lo so. Per mia fortuna, ora so che sono in grado di incontrare lo stronzo più bello del mondo e di mandarlo a ‘fanculo.

VOTO 5/5 con lode e bacio accademico!

E voi? Che avete letto questo mese?

Alla prossima,
Miki&Patty.



#KosmetiKa Crema alla Calendula per Pelli Sensibili Review

$
0
0
Dopo più di cinque mesi, è arrivato il momento di cominciare a parlare dei prodotti Kosmetika che ho acquistato presso la bioprofumeria Kosmetika Point di Bari e che vi ho mostrato in QUESTO post.

In realtà, ciò di cui vi parlo oggi è stato un gentile e gradito omaggio che mi era stato fatto dopo la mia piacevolissima sessione di bioshopping.

Nonostante si tratti di un sample, la quantità contenuta nel barattolo, 30 ml, e la consistenza del prodotto hanno fatto in modo che potessi utilizzare la crema per un periodo di tempo abbastanza lungo per poterne fare una recensione completa.

Prima di parlarvi della mia esperienza, vediamo un po' quali sono le caratteristiche generali del prodotto:

CREMA VISO ALLA CALENDULA PER PELLI SENSIBILI


La crema alla calendula presenta proprietà idratanti ed emollienti. E’ una crema ideale per il trattamento estetico della pelle sensibile e delicata, che viene facilmente aggredita dagli agenti esterni quali vento, freddo e sole.


Modo d’uso: Applicare un piccolo quantitativo di crema alla calendula su viso e collo precedentemente puliti con latte detergente e tonico alla calendula. Massaggiare con movimenti circolari fino ad assorbimento. Applicare la crema mattina e sera.

Il prezzo, per la full size, è di 14,98 per 50 ml di prodotto.

Nonostante non si possa assolutamente dire che quello da poco terminato sia stato un inverno troppo freddo, la mia pelle ha risentito tantissimo del clima, dando il peggio di sé. Rossori diffusi, irritazioni, screpolature e secchezza generalizzata erano all'ordine del giorno e riuscivo a tenerli a bada con un buono scrub, nella fattispecie Maisenza di Lush, e idratando a fondo il viso, scegliendo creme e detergenti con proprietà lenitive e calmanti.

La crema alla calendula di Kosmetika è stata letteralmente una manna dal cielo.

Si presenta di colore bianco latte, con un profumo lievemente fiorito che mi ha portato alla mente l'odore della crema Venus che utilizzava mia madre quando ero piccola ( e che mi mettevo di nascosto!). La consistenza è morbida e corposa.
Le prime applicazioni sono state un po' problematiche, probabilmente perché non riuscivo a dosarne le quantità e mi ritrovavo al mattino con la pelle un po' unta, se la applicavo alla sera, oppure con fronte e mento lucidi dopo un'oretta, se la applicavo al mattino come base trucco.
In realtà di questo prodotto ce ne vuole una quantità davvero ma davvero piccola, più che sufficiente per idratare il viso a lungo.
Così facendo, i problemi di lucidità non si sono più ripresentati, nemmeno con l'aumentare delle temperature.
Per tutto l'inverno, grazie a questo prodotto, ho avuto la pelle morbida e ben idratata e se la applicavo nelle zone arrossate per il freddo o raffreddori vari, lati del naso, guance o lati della bocca, il sollievo era immediato e nel giro di qualche ora la situazione tornava alla normalità.
Il segreto della Crema alla Calendula, almeno dalla mia esperienza, è quello di farla assorbire molto bene e aspettare qualche minuto prima di applicarvi sopra il make-up. Così facendo la pelle risulterà sì morbida, ma decisamente asciutta, ed il trucco durerà intatto più a lungo.
Essendo adatta alle pelli sensibili, più di qualche volta, per pigrizia lo ammetto, l'ho utilizzata anche sul contorno occhi, che, come sapete, è molto secco, e devo dire che il risultato non mi dispiaceva affatto, stesso dicasi per le mani aggredite dalle basse temperature.
Si tratta insomma di un prodotto decisamente multiuso, perfetto per chi ha la pelle secca, ma consigliato, a mio parere, anche a chi ha la pelle mista e sensibile.

Questo è l'INCI:
 AQUA (solvente )  PALMITOYL COLLAGEN AMINOACIDS (non trovato)  GLYCERYL STEARATE (emolliente / emulsionante )  CETYL ALCOHOL(emolliente / emulsionante / opacizzante / viscosizzante )  PRUNUS AMYGDALUS DULCIS OIL (non trovato)  CALENDULA OFFICINALIS (emolliente )  ISOPROPYL MYRISTATE (legante / emolliente / solvente )  ISOPROPYL PALMITATE (antistatico / legante / emolliente / solvente )  PERSEA GRATISSIMA OIL(non trovato)  SODIUM HYALURONATE (non trovato)  COLLAGEN (additivo biologico )  CHAMOMILLA RECUTITA (emolliente )  PANTHENOL (antistatico)  PHENOXYETHANOL (conservante)  BENXYL ALCOHOL (non trovato)  POTASSIUM SORBATE (conservante)  TOCOPHEROL (antiossidante)  ASCORBIC ACID (antiossidante / agente tampone )  PARFUM (non trovato)



Voi usate una crema differente in base alle stagioni?

Alla prossima,



Viewing all 432 articles
Browse latest View live